La sinistra che non coltiva il campo moderato

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La sinistra italiana tra tanti campi che coltiva( largo, stretto, quadrato e tondo) non riesce proprio a coltivare quello moderato. Del resto quello che è rimasto del centro, la destra ne ha fatto man bassa, grazie alla presenza di Forza Italia e degli eredi di Silvio Berlusconi. Gli scontri quotidiani tra Salvini e Tajani, che la sinistra considera una prova di instabilità della coalizione di governo, servono al segretario leghista per rafforzare la sua leadership nella destra radicale, mentre al segretario forzista per allargare la sua influenza nell’ area moderata. Quel che resta del centro sarebbe a disposizione della sinistra, che in questo momento con l’instabilità dei 5 Stelle, ne avrebbe veramente bisogno, contrariamente a quanto loro sostengono. Ma la sinistra quel campo non riesce proprio a coltivarlo, ad ararlo, a concimarlo, rendendone il terreno fertile dove poter lanciare i propri semi. Questo è il risultato di un trentennio durante il quale la sinistra ha sempre ostacolato la nascita di un centro , con la scusa che avrebbe guardato a destra. C’ è anche da dire che i leader del Centro sono molto litigiosi tra loro, perché spesso, in quanto a statura politica, sono di gran lungo superiori alle forze, che con il voto, riescono a raccogliere dietro di sé. Lo spettacolo a cui spesso siamo costretti ad assistere, al momento della discesa in campo di qualche personalità che ha raggiunto alte vette durante la propria carriera professionale, è un copione che si ripropone ormai da anni. E qualche giorno fa , tanto per non smentirsi , tranne qualche eccezione, hanno lasciato solo Ruffini , che aveva fatto intendere una sua discesa in campo moderato, in balia dell’ orda barbarica della destra estrema. Un segnale quasi dissuasivo , per chi si azzardasse in futuro. L’ area di centro, oggi, rappresenta il 10% dell’ elettorato, ma viene viene conquistata a piccole dosi da Forza Italia e dai centristi di Maurizio Lupi, mentre la sinistra resta a guardare. Logica vorrebbe che il PD incoraggiasse la formazione di un gruppo unitario che provasse ad inglobare quell’area e coalizzarsi con essa. Ma dovrebbe essere unitario il gruppo, con a capo un leader capace di generare, diversamente sarà ridotto a brandelli dalle destre estreme .

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