L’incidente all’elicottero del Presidente iraniano Raisi è il secondo episodio del genere in una settimana , dopo l’attentato che ha ferito vicino Bratislava il Premier Fico. Entrambi gli accadimenti si prestano a differenti interpretazioni, che generano ipotesi legate alla causalità o a complotti internazionali , contribuendo così a d alimentare la paura e l’instabilità. La sindrome di Sarajevo rappresenta il sintomo del disordine mondiale da cui è contrassegnata l’epoca storica che stiamo vivendo: guerra in Ucraina, a Gaza , scontri tra Israele e Libano, tensione al massimo con l’Iran , per non parlare delle cosiddette guerre dimenticate dove vengono massacrate migliaia di persone, vedi Sudan, rispetto a quest’ultima l’intero Occidente ha voltato la faccia dall’altra parte. Ipotesi non lontana, di guerra nello spazio: si parla di piani segreti di russi e cinesi per distruggere le reti satellitari dell’Occidente. Qualcuno potrebbe obbiettare che la storia si ripete, una nuova Guerra Fredda? Non è proprio così, perché allora le grandi potenze nucleari si erano date reciprocamente una sorta di codice comportamentale.Oggi non è così. Manca quella consapevolezza che era alla base della Guerra Fredda, cioè quella che nessuno era così pazzo da iniziare una guerra mondiale, con armi nucleari, perché non ci sarebbero stati vincitoriE per quasi 80 anni è stato un deterrente .Venendo meno la consapevolezza, assistiamo a Putin , che anche bluffando minaccia di fare uso delle armi nucleari tattiche e ne fa sfoggio durante un’esercitazione ai confini con l’Ucraina. L’Iran degli ayatollah , per la prima volta lanciano un attacco sul territorio di Israele, con migliaia di missili.La Cina che a fasi alterne stringe sempre di più l’alleanza con Putin e minaccia Taiwan e nel contempo cerca di sostituirsi agli USA , quale nuova super potenza planetaria. Intorno all’incidente mortale occorso a Raisi si stanno facendo le più svariate ipotesi e se ne faranno ancora di più; di sicuro all’Iran degli ayatollah è venuto a mancare quello che probabilmente doveva succedere a Khamenei, il leader supremo dello Stato teocratico. Dopo questi eventi alle pur fragili democrazie non resta altro che rimanere unite per difendersi .
L’ansia di un’altra Sarajevo
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