L’appello dei turisti: “Salvate l’orecchietta”

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“Per favore, va evitato a tutti i costi che questa bella opportunità di acquistare orecchiette e altri prodotti fatti in casa nel centro storico di Bari, si perda. Sarebbe un peccato per tutti e per i turisti soprattutto”, questo l’accorato appello del signor Gino, crocierista di Venezia, che insieme alla moglie e ai suoi amici dopo aver visitato il borgo antico di Bari ha acquistato le orecchiette baresi prima di lasciare la città per proseguire la sua crociera nel Mediterraneo. Quello del crocierista veneto che ha giurato “appena arrivo a Venezia degusterò le orecchiette baresi con le cime di rapa”, non è stato l’unico appello in sostegno della causa delle massaie del borgo antico, da parte dei turisti che nel fine settimana hanno affollato la stradine della città vecchia. “Nelle città di tutto il mondo si vendono prodotti tipici fatti in casa che caratterizzano il territorio”, raccontano due ragazze di origini spagnole Maria e Consuelo mentre acquistano da Maria un chilo di orecchiette da portare nella penisola iberica. “A Napoli, agli angoli delle strade dei quartieri spagnoli si vende “o per, o muss, la zampa e il muso del maiale bollito, a Bruxelles, nei pressi della Gran Place, si vendono vaschette calde di escargots, le lumache in brodo caldo a Gerusalemme si vendono succhi di molo grani, e così via”, raccontano le due studentesse spagnole, “e nessuno si è mai sognato di additare o criminalizzare la produzione e la vendita di quei prodotti simbolo di quelle terre. Perché adesso tutto questo clamore per le ottime orecchiette baresi? Non sarà che la grande macchina della distribuzione”, continuano le due giovani, “vogliono minare questa antica, bella gustosa e genuina tradizione? Noi questa mattina abbiamo deciso di portare in Spagna, come ricordo della nostra visita a Bari, le orecchiette e la signora Maria con grande professionalità che le rinviene dall’esperienza e grande serietà ci ha spiegato che se dovevamo acquistarle per consumarle un breve periodo di tempo dovevano comprare quelle fresche, altrimenti, come nel nostro caso ci ha consigliato di prendere quelle secche prodotto artigianalmente ma non da lei. E, anche in questo caso, abbiamo riscontrato serietà nella differenza di prezzi. Le fresche le avremmo acquistate a sei euro al chilo le secche a due euro e cinquanta”. Anche i turisti, quindi, si sono schierati dalla parte delle signore delle orecchiette di Bari vecchia. A spiegare meglio la situazione, poi, è arrivato, anche, Rino, il figlio della famosissima signora Nunzia, che ci tiene a far sapere che “molte signore che producono le orecchiette nel borgo antico, attraverso la consulenza di una azienda specializzata di Bitonto, hanno avviato il percorso formativo che le porterà a ottenere la certificazione Haccp. Il nostro obiettivo è quello di lavorare con umiltà, farlo bene nel rispetto delle antiche tradizioni e delle nuove regole normative. Negli ultimi tempi abbiamo preso tanti diversi schiaffi e non è giusto, per un’attività che crea economia e sviluppo per la nostra città che, anche, grazie al nostro lavoro è finita su riviste specializzate nel mondo come “Planet” e “The National Geographic” cosa rende lustro e onore alla nostra terra, quella stessa terra dalla quale si produce il buon grano per produrre le nostre uniche orecchiette.

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