L’asse della resistenza

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L’ asse della resistenza, invocato dal regime teocratico di Teheran è un insieme di forze unite tra loro dal fanatismo religioso, dall’ odio per l’Occidente e per le sue democrazie liberali. Un asse di resistenza che ha resistito ad ogni opportunità di progresso, di diffusione di benessere , di libertà religiosa. Le condizioni di vita di questi paesi legati da questo asse di resistenza sono sottoposte a regimi autoritari , anche se molti di essi , come ad esempio il Marocco e anche l’ Arabia Saudita, hanno iniziato lentamente il cammino verso una sorta di laicizzazione, riducendo la prepotenza del clero, concedendo più diritti alle donne, migliorando le condizioni economiche per molti, anche se non per tutti. Parliamo, quindi, di un asse che non predica solo la lotta contro l’ imperialismo americano e il sionismo, ma è un miscuglio di forze criminali che uccidono sul nascere ogni anelito verso la libertà. Oggi tra le grandi potenze , trovano un alleato nella Russia di Putin, anche se dettata da ragioni di opportunità, convenienza tattica e strategica, favori reciproci. La Russia, va ricordato, che quando era Unione sovietica, sostenne la creazione dello Stato di Israele e appoggiò in medio oriente i regimi laici e anticlericali. Fece guerra ai mujaheddin afghani e lo stesso Putin, agli inizi del suo mandato presidenziale, represse nel sangue la rivolta musulmana in Cecenia. Oggi l’ Iran continua con i suoi ayatollah a coltivare il sogno di ricreare l’ impero persiano, ai danni delle nazioni arabe sunnite, in particolare contro l’ Arabia Saudita. Atteggiarsi a paladino per la libertà del popolo palestinese, è stata, da sempre, una scelta di opportunità e per allargare sempre di più i confini del suo dominio in Medio Oriente. Tornando a Putin e al suo appoggio all’ Iran , è evidente che è dettato dal fatto che riceve aiuti militari per la campagna di Ucraina. Il massacro del 7 ottobre di Hamas , è stato un regalo per il capo del Cremlino, perché questo ha fatto aprire un nuovo fronte per gli Usa, facendo calare la loro attenzione rispetto al conflitto russo- ucraino. Se ne deduce che l’ interesse del Cremlino all’ allargamento del conflitto medio orientale, è massimo, per questo , sostegno all’ Iran che ha come scopi strategici, la cacciata degli americani dal Medio Oriente, distruggere Israele e sottomettere i sunniti. Una posizione più equidistante la sta invece tenendo il Presidente cinese Xi jinping , che mantiene rapporti con l’ Iran per ragioni commerciali e da poco ha messo in campo due iniziative diplomatiche molto interessanti: sta mediando per ristabilire le relazione tra Iran e Arabia Saudita. Bisogna sperare che il vertice di Riad dove partecipa, anche una delegazione iraniana, metta in modo un’ iniziativa diplomatica araba, che fino ad oggi ha fatto ben poco per la tragedia di Gaza. Va sottolineato comunque che non tutte le colpe sono dell’ Iran e dell’ asse di resistenza, anche Israele si è illusa che con l’ eliminazione dei capi di Hamas e Hezbollah, avrebbe creato una sorta di deterrenza, venuta meno con gli attacchi del 7 ottobre.

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