‘Il documento l’ho visto alla Procura di Perugia. Ne ero a conoscenza perché Russo me ne aveva parlato a voce a suo tempo. A me disse che ne aveva parlato con il procuratore’: parole di Gennaro Maurizio Salese, luogotenente dell’Arma dei Carabinieri, ascoltato in Commissione Antimafia nell’ambito del filone di inchiesta sulle vicende relative al cosiddetto ‘dossieraggio’. Parole riferite all’ex magistrato e oggi in Commissione Antimafia come parlamentare grillino, Federico Cafiero De Raho.
Il sottufficiale dei carabinieri, interpellato sulla relazione redatta dall’ex aggiunto Giovanni Russo non ha dubbi. “Quindi le risulta che ne avesse parlato con De Raho?” gli ha chiesto Maurizio Gasparri. “Sì” ha risposto Salese.
L’audizione del maresciallo Salese viene definita dal presidente da Gasparri, “preziosa e istruttiva’’. Presente nella Procura nazionale antimafia in un lungo arco di tempo, dal novembre del ’95 al novembre del 2022, il maresciallo ha sostanzialmente confermato che l’allora procuratore aggiunto antimafia, Russo, aveva redatto un rapporto che segnalava gli anomali comportamenti del tenente Striano e che a lui risulta che Russo ne avesse parlato al procuratore nazionale antimafia del tempo, Cafiero De Raho”.
“Del resto – prosegue Gasparri – come si è visto sui giornali e in televisione, interrogato dal procuratore di Perugia, Cantone, il 6 novembre di quest’anno, il dottor Russo ha chiaramente detto di avere redatto questo rapporto sui comportamenti di Striano e di averlo illustrato a voce al procuratore De Raho. E di non averlo poi inoltrato formalmente perché lo stesso De Raho avrebbe detto che avrebbe seguito lui la vicenda. Oggi abbiamo una clamorosa conferma del fatto che De Raho sia stato informato dei comportamenti di Striano. De Raho nega queste circostanze, ma i fatti appaiono ormai chiarissimi”.
“Qui – prosegue il senatore di Forza Italia – qualcuno ha mentito, o Russo o De Raho. Personalmente non ho alcun dubbio su come stiano le cose. Ma c’è il materiale per l’antimafia e per una svolta chiarissima. Ci dovremmo avvalere dei poteri che la legge ci affida per andare fino in fondo. Cafiero De Raho e’ all’angolo e non potrà sfuggire alle sue responsabilità. I fatti sono chiarissimi e sia nella parte pubblica che in quella secretata ci sono stati offerti elementi preziosi per la nostra indagine. Cafiero de Raho farebbe prima a lasciare non solo l’Antimafia, ma anche il Parlamento ed a scusarsi con gli italiani”.
Una richiesta sposata da Fratelli d’Italia. “L’audizione di questa mattina in commissione Antimafia del maresciallo dei Carabinieri Salese – commenta il capogruppo in commissione bicamerale Antimafia Riccardo De Corato – ci conferma ancora una volta che sia quanto meno opportuno che l’ex procuratore nazionale Antimafia Cafiero De Raho non partecipi più alle sedute della commissione bicamerale. Se dunque, come ho motivo di credere, come sosteniamo da tempo e come confermato oggi da Salese, De Raho era consapevole di quanto Striano e Laudati stavano architettando. Non si può tollerare più – conclude De Corato – un tale, grave, conflitto di interessi”.
Da parte sua, l’ex magistrato si difende a spada tratta con una torrenziale dichiarazione alla stampa. “Ribadisco ancora una volta che non ho mai visto né ricevuto la lettera depositata agli atti dell’indagine, non firmata ma attribuita all’ex procuratore aggiunto alla Dna Giovanni Russo, nè di aver mai ricevuto dallo stesso Russo alcuna segnalazione orale su comportamenti illeciti, scorretti o inopportuni di Pasquale Striano, fermo restando che in ogni caso non è una informativa orale del Procuratore Aggiunto al Procuratore Nazionale l’azione da compiere per intervenire concretamente contro condotte scorrette di un ufficiale di polizia giudiziaria”.