L’audizione di Fitto a Bruxelles: “Qui per rappresentare l’Europa”

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Per ottenere il sì del Parlamento europeo, Raffaele Fitto fa una giravolta clamorosa. Il ministro per gli Affari Europei del governo Meloni, vicepresidente esecutivo e commissario per la Coesione e le riforme designato della Commissione europea ‘bis’ di Ursula von der Leyen, nella sua “audizione di conferma”, ovvero la “interrogazione” da parte dei colleghi dell’Europarlamento, sposa totalmente il programma Ursula.

Una contraddizione evidente col voto contrario di Fratelli d’Italia e dell’Ecr, il gruppo dei Conservatori europei di cui fa parte FdI, alla stessa Commissione.

Primo dei nuovi sei candidati commissari designati a dover rispondere alle domande degli eurodeputati della commissione per lo sviluppo regionale (Regi), Fitto ha esordito marcando le distanze dall’esecutivo Meloni: una mossa per ottenere il sostegno della commissione, in particolare del gruppo S&D, i socialisti e democratici di cui fa parte anche il PD e che vede le delegazioni francesi e spagnole fortemente contrarie all’incarico di vicepresidente esecutivo per Fitto, visto come chiaro esempio dell’allargamento a destra della “maggioranza Ursula”, anche ad un Ecr che non ha votato il programma della presidente uscente.

Per questo Fitto agli europarlamentari ha chiarito il suo ruolo: “Non sono qui per rappresentare un partito politico. Non sono qui a presentare uno Stato membro. Sono qui oggi per affermare il mio impegno nei confronti dell’Europa”. Un discorso dal profilo europeista e moderato in cui Fitto parlando dei requisiti imposti ai membri della Commissione, in particolare i codici di condotta, ha aggiunto che “se confermato, li rispetterò rigorosamente agirò sempre nell’interesse esclusivo della nostra Unione e dei nostri cittadini. Sono anche consapevole che il ruolo di vicepresidente esecutivo comporta grandi responsabilità”.

Prebilic gli ha fatto presente che nelle risposte scritte non aveva citato Fratelli d’Italia. Fitto ha risposto di aver “citato la Dc, che è stato il mio primo partito” perché la sua carriera politica è stata molto lunga e “avrei riempito molte pagine per descrivere gli altri passaggi”. “Sono qui – ha rimarcato – anche perché il mio governo, guidato da Giorgia Meloni, mi ha proposto. Io ne sono orgoglioso e lo sottolineo”.

Da Fitto è arrivata anche l’abiura del voto di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo sul Next Generation Eu nel 2020 e 2021. Incalzato da Valentia Palmisano, eurodeputato del Movimento 5 Stelle, Fitto spiegato che l’astensione dell’epoca rifletta “una posizione di attesa”, mentre “dopo l’esperienza fatta da ministro degli Affari Europei” con delega al Pnrr, “se dovessi votare domani mattina, quell’astensione sarebbe un voto favorevole”.

La politica di coesione della prossima Commissione Europea, spiega, sarà “focalizzata” sulle “isole, sulle regioni remote e sulle aree rurali”, oltre che sulle aree urbane. “E’ molto importante – continua – lavorare per un ruolo centrale dei territori, perché solo guardando le specificità possiamo comprendere quanto siano necessarie le scelte da mettere in campo. La politica di coesione deve dare risposte a queste nuove domande. Penso che insieme si possa fare un ottimo lavoro in questa direzione”. “Se sarò confermato” vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, promette quindi, “mi metterò immediatamente al lavoro per aiutare la regione di Valencia”, colpita dalle alluvioni nelle scorse settimane come conseguenza della ‘goccia fredda’.

La solita solfa del fascismo e la risposta di Fitto


Il vicepresidente esecutivo in pectore della Commissione Europea Raffaele Fitto, attaccato da un’eurodeputata spagnola dei Verdi/Ale, risponde di non essere affatto “un fascista” e spiega di aver incontrato l’eurodeputata ecologista Cristina Guarda, che non ha potuto partecipare all’audizione di oggi perché è in maternità (il Parlamento le ha negato la possibilità di intervenire in remoto). Ana Miranda Paz, del Bloque Nacionalista Gallego (partito nazionalista galiziano di sinistra, gruppo Verdi/Ale), nella sua domanda durante l’audizione in corso a Bruxelles, aveva definito la carriera politica di Fitto come una “traiettoria di connivenza con il fascismo”. Lo avevaa anche accusato, tra l’altro, di essere un esempio di “estrema destra ripulita”, nonché di essere un “simbolo” del “riciclaggio” dell’estrema destra.

“La ringrazio molto – ha detto Fitto, ottenendo qualche applauso – per il suo intervento molto costruttivo e rispettoso. E’ molto importante chiarire alcune cose: se le do l’idea di un fascista, non lo so, faccia lei. A me sembra che siano temi e argomenti lontanissimi da qualsiasi ipotesi reale. Visto che lei chiama in causa l’onorevole Guarda e attribuisce alla mia azione un fatto grave perché abbiamo escluso l’onorevole Cristina Guarda”, non consentirle di partecipare in remoto “non è una mia scelta, come lei sa. Però le dico di più: ho contattato l’onorevole Guarda e ho avuto un incontro da remoto con lei, parlando dei temi di cui ci stiamo occupando oggi”.

“Glielo dico – ha continuato – perché è evidente che il tema del rispetto, per quanto mi riguarda, è alla base di qualsiasi rapporto. Nonostante tante cose che lei ha detto, che sinceramente per quanto mi riguarda sono totalmente lontane dalla realtà, e nonostante possa apparire veramente difficile trovare punti di convergenza, io invece testardamente le dico che, se sarò confermato, ci vedremo a discutere insieme, per cercare, non sarà facile ma lo faremo, insieme di trovare qualche punto di convergenza nell’interesse comune”, ha concluso.

Posticipato. La Commissione Regi ha rinviato il voto sulla nomina di Raffaele Fitto a commissario per la Coesione e vicepresidente della Commissione Europea. La stessa decisione è stata presa dalla Commissione per gli Affari Esteri su Kaja Kallas, candidata al ruolo di Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza.

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Una contraddizione evidente col voto contrario di Fratelli d’Italia e dell’Ecr, il gruppo dei Conservatori europei di cui fa parte FdI, alla stessa Commissione.

Primo dei nuovi sei candidati commissari designati a dover rispondere alle domande degli eurodeputati della commissione per lo sviluppo regionale (Regi), Fitto ha esordito marcando le distanze dall’esecutivo Meloni: una mossa per ottenere il sostegno della commissione, in particolare del gruppo S&D, i socialisti e democratici di cui fa parte anche il PD e che vede le delegazioni francesi e spagnole fortemente contrarie all’incarico di vicepresidente esecutivo per Fitto, visto come chiaro esempio dell’allargamento a destra della “maggioranza Ursula”, anche ad un Ecr che non ha votato il programma della presidente uscente.

Per questo Fitto agli europarlamentari ha chiarito il suo ruolo: “Non sono qui per rappresentare un partito politico. Non sono qui a presentare uno Stato membro. Sono qui oggi per affermare il mio impegno nei confronti dell’Europa”. Un discorso dal profilo europeista e moderato in cui Fitto parlando dei requisiti imposti ai membri della Commissione, in particolare i codici di condotta, ha aggiunto che “se confermato, li rispetterò rigorosamente agirò sempre nell’interesse esclusivo della nostra Unione e dei nostri cittadini. Sono anche consapevole che il ruolo di vicepresidente esecutivo comporta grandi responsabilità”.

Prebilic gli ha fatto presente che nelle risposte scritte non aveva citato Fratelli d’Italia. Fitto ha risposto di aver “citato la Dc, che è stato il mio primo partito” perché la sua carriera politica è stata molto lunga e “avrei riempito molte pagine per descrivere gli altri passaggi”. “Sono qui – ha rimarcato – anche perché il mio governo, guidato da Giorgia Meloni, mi ha proposto. Io ne sono orgoglioso e lo sottolineo”.

Da Fitto è arrivata anche l’abiura del voto di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo sul Next Generation Eu nel 2020 e 2021. Incalzato da Valentia Palmisano, eurodeputato del Movimento 5 Stelle, Fitto spiegato che l’astensione dell’epoca rifletta “una posizione di attesa”, mentre “dopo l’esperienza fatta da ministro degli Affari Europei” con delega al Pnrr, “se dovessi votare domani mattina, quell’astensione sarebbe un voto favorevole”.

La politica di coesione della prossima Commissione Europea, spiega, sarà “focalizzata” sulle “isole, sulle regioni remote e sulle aree rurali”, oltre che sulle aree urbane. “E’ molto importante – continua – lavorare per un ruolo centrale dei territori, perché solo guardando le specificità possiamo comprendere quanto siano necessarie le scelte da mettere in campo. La politica di coesione deve dare risposte a queste nuove domande. Penso che insieme si possa fare un ottimo lavoro in questa direzione”. “Se sarò confermato” vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, promette quindi, “mi metterò immediatamente al lavoro per aiutare la regione di Valencia”, colpita dalle alluvioni nelle scorse settimane come conseguenza della ‘goccia fredda’.

La solita solfa del fascismo e la risposta di Fitto

Il vicepresidente esecutivo in pectore della Commissione Europea Raffaele Fitto, attaccato da un’eurodeputata spagnola dei Verdi/Ale, risponde di non essere affatto “un fascista” e spiega di aver incontrato l’eurodeputata ecologista Cristina Guarda, che non ha potuto partecipare all’audizione di oggi perché è in maternità (il Parlamento le ha negato la possibilità di intervenire in remoto). Ana Miranda Paz, del Bloque Nacionalista Gallego (partito nazionalista galiziano di sinistra, gruppo Verdi/Ale), nella sua domanda durante l’audizione in corso a Bruxelles, aveva definito la carriera politica di Fitto come una “traiettoria di connivenza con il fascismo”. Lo avevaa anche accusato, tra l’altro, di essere un esempio di “estrema destra ripulita”, nonché di essere un “simbolo” del “riciclaggio” dell’estrema destra.

“La ringrazio molto – ha detto Fitto, ottenendo qualche applauso – per il suo intervento molto costruttivo e rispettoso. E’ molto importante chiarire alcune cose: se le do l’idea di un fascista, non lo so, faccia lei. A me sembra che siano temi e argomenti lontanissimi da qualsiasi ipotesi reale. Visto che lei chiama in causa l’onorevole Guarda e attribuisce alla mia azione un fatto grave perché abbiamo escluso l’onorevole Cristina Guarda”, non consentirle di partecipare in remoto “non è una mia scelta, come lei sa. Però le dico di più: ho contattato l’onorevole Guarda e ho avuto un incontro da remoto con lei, parlando dei temi di cui ci stiamo occupando oggi”.

“Glielo dico – ha continuato – perché è evidente che il tema del rispetto, per quanto mi riguarda, è alla base di qualsiasi rapporto. Nonostante tante cose che lei ha detto, che sinceramente per quanto mi riguarda sono totalmente lontane dalla realtà, e nonostante possa apparire veramente difficile trovare punti di convergenza, io invece testardamente le dico che, se sarò confermato, ci vedremo a discutere insieme, per cercare, non sarà facile ma lo faremo, insieme di trovare qualche punto di convergenza nell’interesse comune”, ha concluso.

Posticipato. La Commissione Regi ha rinviato il voto sulla nomina di Raffaele Fitto a commissario per la Coesione e vicepresidente della Commissione Europea. La stessa decisione è stata presa dalla Commissione per gli Affari Esteri su Kaja Kallas, candidata al ruolo di Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza.

Si va verso un voto a blocco su tutti e sei i vicepresidenti per evitare che qualcuno di loro cada vittima dei veti incrociati. Soprattutto la spagnola Teresa Ribera (Green Deal e Concorrenza), finita nel mirino dei popolari spagnoli dopo l’alluvione in Spagna. La votazione dovrebbe slittare al 13 novembre, oggi, ma alcune fonti parlano di un rinvio più lungo.

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