Sale la tensione in Medio Oriente
Nel corso di un suo discorso all’università di Lahore in Pakistan, il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, facendo riferimento all’attacco al consolato della Repubblica islamica a Damasco, manda un chiaro messaggio a Gerusalemme, dicendo: “se il regime sionista commettesse l’errore di invadere la Terra Santa dell’Iran, la situazione cambierà ed è improbabile che rimarrà qualcosa di questo regime”. Il leader iraniano, facendo riferimento all’attacco al consolato della Repubblica islamica a Damasco, poi, ha voluto rimarcare che l’Iran “ha punito il regime sionista per il crimine commesso”. Dichiarazioni, queste che più che stupore, nella comunità internazionale, ha destato allarme, anche, alla luce di quanto aveva poco prima affermato il brigadier generale dell’IRGC, Ahmad Haghtalab, delle forze che difendono l’infrastruttura del programma nucleare iraniano (NSPC). Haghtalab era stato esplicito, “se Israele dovesse minacciare la sicurezza degli impianti nucleari, potrebbe determinarsi la necessità per l’Iran di una “revisione e modifica” della sua dichiarata politica nucleare”. In attesa della reazione del governo di Netanyahu,gli osservatori internazionali continuano a monitorare con preoccupazione l’evolversi della situazione che registra sempre più forti tensioni tra i due paesi.