Le violenze nel carcere Beccaria di Milano è solo l’ultimo di una serie di violenze e soprusi ai danni dei detenuti , ma sono anche l’ultima spia di una situazione di crisi nella gestione dei penitenziari italiani, sempre più affollati. Il numero dei reclusi ha superato i 61000, diecimila in più della capienza ufficiale. Il numero dei suicidi nel 2023 ha raggiunto i 70, ma nei primi 4 mesi del 2024 siamo già a quota 30.Il nostro Paese detiene il record di ammonimenti da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.La nostra Carta Costituzionale sancisce espressamente che le pene non devono consistere in trattamenti disumani. Il ricorso al carcere è una necessità ma se c’è ne sono le condizioni bisogna limitarlo.La crisi dei nostri penitenziari viene da lontano, ma il messaggio che si vuol far passare è che occorre più carcere per dare più sicurezza al cittadino. In vista delle prossime Europee di giugno alcune forze politiche, soprattutto della maggioranza promettono iniziative tese alla costruzione di nuove carceri, ma il loro messaggio è totalmente sbagliato:non costruzione di nuove carceri per un miglior trattamento dei detenuti, ma più capienti per aumentare la popolazione carceraria. Più carcere non ha mai fatto bene a nessun governo, sia esso democratico che dittatoriale. Ne’ va giustificato il comportamento esecrabile degli agenti penitenziari nei confronti dei detenuti, con il fatto che le carceri sono sovraffollate. Questo non vuol dire totale sfiducia nei confronti degli agenti penitenziari, ma se pensiamo a quello che è successo durante il COVID , alle torture nel carcere di S.Maria Capua Vetere, durate per quattro anni, nel silenzio più assoluto e con il comportamento omertoso dei direttori preposti. Quello che è accaduto, poi, al Beccaria, al di là delle responsabilità dei singoli individui, che non spetta a noi giudicare, indica una situazione del tutto fuori controllo. L’uso legittimo della forza, quando occorre , deve essere sempre tenuto all’interno del perimetro della necessità e della proporzione. Gli agenti penitenziari devono agire con onore e nel rispetto dei principi di umanità.Le forze politiche devono mettere da parte la demagogia repressiva e adottate misure idonee a consentire di attenuare l’intollerabile situazione dei penitenziari. Non c’è legislazione al mondo che non preveda la riduzione di pena per buona condotta. Bisogna attenuare l’eccessivo ricorso alla custodia cautelare in carcere se non nei casi di estrema necessità .In più occasione sia il Papa che il Presidente della Repubblica hanno richiamato l’attenzione delle forze politiche sul problema del sovraffollamento degli istituti penitenziari, ma le loro parole sono rimaste inascoltate. È stata depositata in Parlamento una proposta di legge dall’Onorevole Giacchetti di Italia Viva che amplia i limiti delle riduzioni di pena consentite, per ogni semestre di pena scontata. Il Ministro di Giustizia, Carlo Nordio,non ha perso tempo a rispondere che la liberazione anticipata speciale è una resa dello Stato. Riteniamo invece che la resa dello Stato sia proprio l’attuale situazione dei penitenziari italiani. Anzi dovrebbe essere lo stesso Ministro per il ruolo tecnico che svolge , in quanto responsabile della gestione delle carceri , a supportare tale proposta di legge mettendo da parte questa sorta di rigurgito repressivo che sa tanto di un triste passato del nostro Paese. Diversamente siamo autorizzati a pensare che sia solo tattica pre elettorale , alla ricerca del consenso.
Le carceri sono affollate…ma si vuole più carcere
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