L’economia, un tema caldo delle elezioni presidenziali americane che vede Harris e Trump su due linee contrapposte

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Sebbene non ci siano ancora state presidenti donna negli Stati Uniti, la finzione ha superato la realtà molto tempo fa e il primo esempio risale a 100 anni fa, nel film commedia muto di fantascienza del 1924 L’ultimo uomo sulla Terra, che mostra una donna come presidente degli Stati Uniti – una necessità piuttosto che una scelta, dato che il film descrive come tutti gli uomini adulti muoiano di “masculite”.

Certo, c’è ancora un numero sproporzionato di uomini rispetto alle donne,  prevalentemente bianche,  che hanno occupato lo Studio Ovale fittizio – soprattutto in Tv negli ultimi anni, con molti che sono saliti al posto fittizio dopo le dimissioni o la morte dei rispettivi presidenti uomini. E mentre i film di fantascienza hanno presidenti donne più di ogni altro genere, considerando che la fantascienza è spesso un precursore della vita reale, forse quest’anno la realtà sarà finalmente al passo con i tempi.

Per restare nel campo delle presenze femminili e della loro importanza parliamo di Laurene Powell Jobs, la vedova di Steve Jobs,  una delle armi segrete di Kamala Harris. A legarle è un’amicizia che dura da venti anni, durante i quali Powell Jobs è stata confidente, consigliera e finanziatrice della vicepresidente. Con la candidatura di Harris, la donna più ricca della Silicon Valley sta emergendo, riporta il New York Times, come una potente protagonista dietro le quinte. Ha contribuito con milioni di dollari a un’organizzazione che sostiene Harris e ha giocato un ruolo nascosto ma chiave nell’aiutare l’uscita dalla corsa alla Casa Bianca. Lo staff della vicepresidente la chiama ‘L.P.J.’ e Powell Jobs è posizionata per avere una grande influenza, o quanto meno accesso, a una potenziale amministrazione Harris. Per due decenni Powell Jobs e la vicepresidente hanno frequentato gli stessi ambienti della Silicon Valley. Hanno partecipato ai reciproci eventi familiari: Powell Jobs era uno dei 60 invitati al matrimonio di Harris con Doug Emhoff, e la vicepresidente è stata invitata al matrimonio del figlio di Powell Jobs quest’anno.

“Sono una capitalista. Credo nel libero mercato”, ha detto Kamala Harris intervenendo all’Economic Club di Pittsburgh, dove ha spiegato con maggiori dettagli il suo piano economico. Il “primo pilastro” è ridurre i costi: per gli americani il “costo della vita è ancora troppo alto” nonostante i progressi, ha messo in evidenza. Il “secondo pilastro” è “investire nell’innovazione e nell’imprenditoria”, mentre il terzo è fare dell’America la leader mondiale nelle nuove tecnologie.

L’economia è uno dei temi caldi delle prossime elezioni presidenziali americane. Dall’Economic Club di Pittsburgh, la vicepresidente Kamala Harris sfida Donald Trump annunciando nuove politiche economiche e la previsione di incentivi fiscali che rilancino il settore manifatturiero, comparto fondamentale che conterebbe secondo le stime dem cento miliardi di dollari in dieci anni. La democratica sottolinea una sua apertura al mondo dei capitalisti e riduce strategicamente i toni sulle criptovalute.

Il piano presentato da Harris all’Economic Club mira alla crescita della biotecnologia, della costruzione navale, di semiconduttori, data center e forme di produzione di energia pulita, oltre che agli incentivi previsti dalla legge sul clima del 2022. Si legge sul Washington Post che Trump ha invece proposto un nazionalismo economico, il taglio dell’aliquota d’imposta sulle società dal 21% al 15% per le “aziende che realizzano i loro prodotti in America”, al contrario della sfidante, e ha parlato di dazi protezionistici del 20% contro l’import, più alti contro la Cina, e sanzioni alle aziende che delocalizzano. Il populismo nazionalista, declinato secondo il mantra dell’America First, vede politiche commerciali protezionistiche, misure anti-migratorie radicali, la negazione del cambiamento climatico e modelli di politica industriale tese ad avvantaggiare imprese e lavoratori statunitensi a discapito della concorrenza internazionale e del consumatore statunitense.

Due linee contrapposte, che vedono repubblicani e democratici puntare a destinatari differenti.

Dalla Pennsylavania, la Harris ha ricordato le sue radici popolari, il suo appartenere alla middle class di San Francisco, offrendo una rappresentazione di sé ben distante da quella del miliardario Trump. Una narrazione politica che si rivolge agli elettori indecisi e di una certa estrazione sociale, puntando anche sulla care economy, l’economia dei servizi alle persone, degli aiuti alle famiglie e ai working poor, su interventi volti a crediti d’imposta anti-povertà e agevolazioni sulla casa, in parte compensate dagli aumenti delle tasse sui più ricchi e le grandi aziende. Harris afferma di volere sostenere la classe media, a differenza di Donald Trump che vorrebbe favorire i proprietari dei grandi grattacieli e non invece chi posiziona “i cavi dei grattacieli o ne lava i pavimenti”.

Il discorso di Harris ha fatto seguito a quello di Trump a Mint Hills, in North Carolina, nel centro dell’industria manifatturiera della mobilia. Il magnate dopo un richiamo alla Cina, si è lamentato della lentezza delle indagini dell’FBI sui due tentativi di assassinio contro di lui. A suo avviso probabilmente riconducibili a Teheran, anche se gli inquirenti non posseggono evidenze che ne sostengano il collegamento. In ultimo, Trump ha riproposto alcune tra le priorità economiche che aveva già presentato in Georgia, immaginando un piano che incoraggi le aziende straniere ad avviare stabilimenti negli Stati Uniti offrendo loro vantaggi, tra cui aliquote fiscali aziendali più basse e terreni federali dove costruire le fabbriche. Trump confeziona l’idea di nuova era industriale americana, ma secondo diversi economisti queste ipotesi rischiano di riaccendere l’inflazione e rappresentano una minaccia per il posizionamento globale degli Stati Uniti. I due differenti modelli economici dipenderanno da chi tra i due partiti otterrà il controllo del Congresso, che detta l’ultima parola in materia di economia e tasse.

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