L’Edipo re di Andrea De Rosa al Teatro Vascello: un viaggio nel cuore della tragedia

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L’Edipo re di Andrea De Rosa al Teatro Vascello: un viaggio nel cuore della tragedia

L’arte del teatro è un rituale collettivo in cui ogni elemento concorre alla costruzione di un’esperienza unica, e lo spettacolo Edipo re in scena al Teatro Vascello dal 4 al 9 marzo ne è un esempio straordinario. La traduzione di Fabrizio Sinisi e l’adattamento e la regia di Andrea De Rosa riescono a dare nuova vita alla tragedia sofoclea, esaltando la forza del testo attraverso un impianto scenico innovativo e un cast di grande talento.

Lo spettacolo, prodotto dal TPE – Teatro Piemonte Europa in collaborazione con altre importanti istituzioni teatrali come il Teatro di Napoli, il LAC Lugano Arte e Cultura, il Teatro Nazionale di Genova e l’Emilia Romagna Teatro ERT, si presenta come un’esperienza totalizzante, capace di coniugare fedeltà al testo classico e un linguaggio scenico contemporaneo di straordinaria potenza visiva e sonora.

Una tragedia che si svela fin dall’inizio

La regia di De Rosa compie una scelta coraggiosa: il pubblico conosce l’epilogo della vicenda sin dall’inizio, quando Edipo, interpretato da Marco Foschi, si interroga sulla morte di Laio e la voce di Tiresia (un intenso Roberto Latini) scandisce a intermittenza le parole “sei tu”. Ma il protagonista, prigioniero della propria cecità interiore, non è ancora pronto a vedere la verità.

L’indagine che Edipo conduce su se stesso assume la forma di una discesa progressiva nell’oscurità dell’anima umana, resa magistralmente dalla scenografia di Daniele Spanò, che utilizza costruzioni metalliche, pannelli trasparenti e un sapiente gioco di luci per creare un ambiente sospeso tra reale e irreale. La foresta di fari teatrali ideata da Pasquale Mari illumina la scena con intensità crescente, come a rappresentare la luce della conoscenza che, troppo violenta, finisce per accecare chi la guarda.

L’atmosfera sonora è altrettanto significativa: i suoni curati da G.U.P. Alcaro e le musiche, affidate a due coriste, spaziano dai canti liturgici a dissonanze stridenti, amplificando il senso di angoscia e ineluttabilità che percorre l’intera tragedia. I costumi di Graziella Pepe, essenziali e sobri, seguono il processo di degrado emotivo e psicologico dei personaggi, suggerendo una trasformazione che si riflette anche nell’abbigliamento.

Un cast di grande intensità

A dare corpo e voce ai personaggi di questa tragedia immortale è un cast eccezionale, in cui spicca l’interpretazione di Marco Foschi nel ruolo di Edipo. Attore di grande esperienza, Foschi ha lavorato con alcuni dei più importanti registi italiani, da Giorgio Albertazzi in Moby Dick all’Odéon di Parigi a Luca Ronconi al Piccolo Teatro di Milano. Nel corso della sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Ubu come miglior attore giovane, il Premio Coppola Prati e il Premio dell’Associazione Critici Italiani. La sua interpretazione di Edipo è intensa e stratificata: dal sovrano sicuro di sé all’uomo annientato dalla verità, Foschi attraversa ogni sfumatura emotiva con straordinaria sensibilità.

Accanto a lui, Roberto Latini offre una prova di altissimo livello nel ruolo di Tiresia e dei messaggeri, una scelta registica che enfatizza la figura del dio Apollo come presenza onnipresente nella vicenda. Latini, vincitore di numerosi premi, tra cui due Premi Ubu come miglior attore, è noto per il suo stile recitativo evocativo e potente, che in questo spettacolo trova una delle sue espressioni più riuscite.

Frédérique Loliée, attrice francese con una carriera di rilievo sia in Italia che in Francia, è una Giocasta vibrante e intensa, il cui dolore e la cui disperazione culminano in una scena di suicidio di grande impatto emotivo. Fabio Pasquini nel ruolo di Creonte, insieme alle coriste Francesca Cutolo e Francesca Della Monica, completa un ensemble di altissimo livello, capace di restituire tutta la potenza tragica del testo sofocleo.

Una messa in scena che interroga lo spettatore

La visione di Edipo re al Teatro Vascello non è solo un’esperienza teatrale, ma un vero e proprio percorso di riflessione. L’adattamento di De Rosa si concentra sul concetto di verità e sulla sua insopportabilità: Edipo è un uomo che cerca disperatamente di fare luce sul proprio passato, ma quando finalmente la verità si manifesta, non può sostenerne il peso. La cecità fisica diventa così il simbolo di una verità troppo dolorosa da affrontare.

Il viaggio del protagonista si chiude con una scena di rara suggestione: accecato e in esilio, Edipo si allontana nella notte con una lancia illuminata, un’immagine che condensa tutta la tragedia del personaggio. Le ultime parole del coro, “Non dite mai di un uomo che è felice finché non sia arrivato il suo ultimo giorno”, risuonano come un monito universale, che trascende il tempo e lo spazio per parlare direttamente allo spettatore contemporaneo.

Ultima replica il 9 marzo: un’occasione da non perdere

La rappresentazione di Edipo re al Teatro Vascello si conclude il 9 marzo, e chi ancora non ha avuto modo di assistere a questo straordinario spettacolo ha un’ultima opportunità per farlo. Con una durata di 75 minuti, lo spettacolo si conferma come un esempio di teatro d’autore capace di coniugare il rispetto del testo classico con una messa in scena innovativa e coinvolgente.

Un’opera che lascia il segno, un viaggio nell’animo umano reso possibile grazie a un cast eccellente e a una regia capace di restituire tutta la potenza della tragedia sofoclea. Imperdibile.

Claudia Quintieri

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