L’importanza di mantenere in ruolo i medici universitari nei policlinici universitari: una scelta necessaria per i medici del futuro e per il nostro Paese

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Il 2025 è sempre più vicino e con esso anche il picco di pensionamenti dei medici del nostro Sistema Sanitario, che metterà in seria difficoltà la già tanto provata sanità italiana.

Infatti, già nel 2023 abbiamo osservato una prima emorragia di medici ( 12.763) e si stima che entro la fine del 2024 si registreranno ulteriori 12.748 pensionamenti con il picco massimo previsto entro il 2025 (13.156 medici)
E’ in questo contesto che si sottolinea l’importanza di mantenere in ruolo i medici universitari che diverrebbe determinante per garantire la giusta sinergia tra attività accademica (migliorando così inoltre la formazione di studenti e specializzandi ) e competenza clinica .
Questa scelta lungimirante è necessaria e comporterebbe diversi vantaggi fra cui l’assicurare la continuita’ gestionale e il mantenimento della qualità nell’assistenza sanitaria sfruttando la spesso pluridecennale esperienza e la possibilità di portare a termine i progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), fondamentali per il miglioramento e l’innovazione in campo sanitario.
Ricordiamo che Il PNRR Salute destina fondi considerevoli al miglioramento delle infrastrutture ospedaliere e alla promozione della ricerca sanitaria, settori dove la presenza di questi professori risulta particolarmente preziosa.
In particolare, la Missione Salute prevede uno stanziamento totale di 15,63 miliardi di euro, corrispondenti all’8,16% delle risorse complessive del Piano, con l’obiettivo di potenziare le azioni preventive e le cure del nostro SSN, garantendo un accesso più equo e capillare ai servizi sanitari e favorendo l’integrazione delle nuove tecnologie in ambito medico. Di questo ammontare, oltre 312 milioni di euro sono destinati alla realizzazione di 334 progetti di ricerca biomedica già approvati, da completare entro il 2026.
Dal punto di vista economico, si sottolinea, che i professori ordinari sono stipendiati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), pertanto, la loro retribuzione non graverebbe sul bilancio del SSN e la quota integrativa, relativa all’incarico ospedaliero, necessaria per compensare il loro ruolo clinico, sarebbe comunque inferiore rispetto al costo di assunzione di un nuovo medico per lo stesso ruolo apicale qualora si trovasse personale idoneo .
Proprio a tal proposito ci preme ricordare che il sistema universitario italiano soffre della carenza di personale docente.
Infatti, tra il 2010 e il 2021, il numero di professori ordinari e associati è sceso del 10%, da 63.000 a 56.000, con il 16% di essi nell’area delle scienze mediche. Dal 2013 al 2019, quest’area ha perso circa 300 punti organico, compromettendo la qualità della formazione e il profilo della ricerca.

Ciò consentirebbe di colmare questo gap, mantenendo la continuità nella qualità dell’insegnamento e offrendo una supervisione adeguata ai medici in formazione specialistica. Inoltre verrebbe favorita una transizione più fluida nelle posizioni di leadership, prevenendo eventuali vuoti e carenze causati dal pensionamento contemporaneo dei diversi professionisti

Si ricorda inoltre che questa proposta si applicherebbe a un numero limitato di professionisti. Attualmente in Italia, solo l’1,16% di tutti i medici del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) potrebbe estendere il proprio servizio oltre i 68 anni, corrispondente a 1.253 dirigenti medici e sanitari.

Tra di loro, 340 sono direttori di strutture complesse e 245 ricoprono ruoli di responsabilità in strutture più semplici. Solo una piccola frazione di questi dirigenti ha anche un ruolo di professore universitario.

L’attuazione di questa proposta è cruciale per assicurare che il Sistema Sanitario, così come quello universitario, per quanto riguarda l’area medica, possano avanzare in modo efficiente e innovativo, assicurando costantemente elevati standard di assistenza e formazione.

Dott.ssa Veronica Lepidini

Presidente Associazione Giovani Medici Roma

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