L’intesa Pd-M5S-AVS come le montagne russe su nomine Rai

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La segretaria del PD a questo punto non sa bene di chi fidarsi. Il voto sul consiglio di amministrazione della Rai, riporta indietro nel tempo il cosiddetto campo progressista. Angelo Bonelli cerca di buttare acqua sul fuoco dicendo che bisogna aver pazienza e lavorare per ricompattare le file. Come annunciato il PD non ha partecipato alla votazione per i quattro consiglieri della TV pubblica di nomina parlamentare. Il centrodestra sceglie Federica Frangi e Antonio Marano, mentre all’ opposizione vengono vanno Alessandro Di Majo e Roberto di Natale, a cui sono sufficienti i pochi voti di AVS e M5S. Alla Camera e al Senato il PD , Italia Viva e Azione, non ritirano le schede per votare. Quindi la Schlein in un colpo solo perde quelli che sembravano gli alleati più affidabili. La prova del fuoco sarà in Commissione Vigilanza Rai, dove, tra un paio di settimane, si dovrebbe votare l’ approvazione della nomina a Presidente di Simona Agnese, indicata dal Ministero dell’ Economia, in uno a quella dell’ amministratore delegato, Giampaolo Rossi. L’ accordo tra le opposizioni è che al momento del voto in Commissione usciranno dall’ aula, ma il PD , a questo punto, sembra non fidarsi. Conte sembra non aver digerito il famoso abbraccio tra Schlein e Matteo Renzi: un vero e proprio incubo per il leader grillino. Il sospetto del PD su Conte è confermato quando si passa all’ esame del ddl Lavoro, collegato alla legge di bilancio, e le opposizioni protestano perché vengono dichiarati in ammissibili circa 50 emendamenti, compresi alcuni sul salario minimo. Subito , quindi, per PD, AVS e M5S, un’ occasione per ricompattare le file, dopo il corto circuito sulle nomine Rai, di spettanza parlamentare. E invece i 5S scelgono di abbandonare l’ Aula, lasciando i dem da soli a contestare la mossa della maggioranza. Dal PD uno sfogo indirizzato ai grillini: ” Quando si tratta di spartirsi le poltrone sono sempre pronti a votare”. Un dettaglio che non passa inosservato agli ambienti vicino a Conte: ” Il PD si fa dettare la linea da Renzi” . Scende il gelo tra Conte e Schlein, non si parlano e ci sono ritrosie anche sul sostegno alla candidatura di Orlando per le elezioni in Liguria. L’ intesa ‘ progressista ‘ fa arrossire le montagne russe.

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