La Lituania con i suoi tre milioni di abitanti e una spesa per la difesa di poco più del 2,7 per cento del prodotto interno lordo è uno degli avamposti strategici contro la Federazione Russa che, per il Paese baltico, rappresenta una concreta minaccia. Per questi motivi Vilnius ha inaugurato, il suo primo parco di difesa nell’est del Paese dando concretezza alla linea di difesa sulla frontiera orientale della Nato del Baltico. Laurynas Kasčiūnas, il ministro della Difesa lituano, attraverso una dichiarazione ufficiale, ha precisato che “se vogliamo difenderci in modo efficiente, dobbiamo creare questo sistema. Lo stiamo facendo e l’intero piano della linea di difesa lituana che abbiamo presentato tre settimane fa si basa su questo approccio sistemico in cui le barriere fisiche sono integrate con la copertura di fuoco dell’artiglieria”. A lui ha fatto eco il capo della Difesa Raimundas Vaikšnoras secondo il quale “la guerra in Ucraina ha sottolineato la classica forza di resistenza. Si può parlare di superiorità aerea, navale, terrestre e di guerra congiunta, ma gli ostacoli fanno il loro lavoro, rallentano o fermano il nemico, permettendoci di vincerlo o di incanalarlo da qualche parte dove sarà distrutto”. Al momento la blindatura del confine è stata attuata con posti di blocco, ostacoli anticarro “a denti di drago” e barriere di vario genere. Tre settimane fa l’esecutivo di Vilnius ha varato il piano per l’attuazione di maggiori misure di contrasto alla mobilità, tra cui la creazione di posti di blocco e l’installazione di strutture per gli esplosivi sotto i ponti. La nuova strategia di autodifesa prevede, inoltre, la realizzazione, entro otto mesi, di parchi contro la mobilità, allestiti in luoghi designati dall’esercito lungo il confine con la Bielorussia a est e a ovest, nella regione russa di Kaliningrad. Una misura, questa, che costerà alle casse lituane 17,5 milioni di euro con una previsione di spesa, per il prossimo decennio, dell’intero costo del nuovo sistema di difesa di oltre 600 milioni di euro.