Lo scontro tra il bene e il male

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All’apparenza sembra un titolo forte o addirittura apocalittico, invece è un modo sarcastico per descrivere quello che accade in Italia da quasi trent’anni , quando c’è un appuntamento elettorale: uno scontro tra il bene e il male.Sembra sempre che gli italiani siano chiamati a difendere la democrazia e la sua stessa sopravvivenza, non un normale avvicendamento di maggioranza. Questo finisce per giustificare ogni genere di improperi e accuse o allarmismi immaginari. Uno scontro frontale alimentato da settarismo ideologico. Ma continuando con queste continue lacerazioni che finiscono per dividere la comunità, il passo verso lo scollamento è breve. Anche quest’anno in vista delle prossime europee, la distanza tra i partiti è enorme su ogni questione che viene dibattuta, regna un clima da caccia alle streghe la notte dei lunghi coltelli .In un quadro geopolitico di estrema delicatezza, occorrerebbe un clima più sereno ed improntato al dialogo, con una concentrazione maggiore su quello che dovrebbe essere il ruolo del nostro Paese a livello Internazionale. Visioni contrastanti soprattutto da parte delle maggiori forze politiche sono indice di grande confusione ed aumentano nei loro confronti la diffidenza dei cittadini. Diffidenza già molto conclamata anche alla luce degli ultimi eventi baresi e liguri, che hanno messo ancora una volta in risalto la mancanza di etica ed onesta dei politici. Se lo scopo della magistratura era quello di moralizzazione del sistema politico, dopo trent’anni si è avuto l’effetto opposto, la completa delegittimazione. La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: disaffezione da parte dei cittadini nei confronti della classe politica e una sorta di ribellione strisciante contro ogni forma di autorità costituita. Il peso di questa situazione al limite del disastro l’impsulle spalle l’attuale maggioranza di governo che in una situazione internazionale molto delicata , deve mantenere saldo il timone evitando di lasciarsi influenzare dalle manifestazioni di piazza quando sono strumentali, ma soprattutto gestire lo spaventoso debito pubblico del nostro Paese, potando a compimento le riforme che il Paese attende da decenni. In sintesi il vero problema è lo scricchiolio della democrazia, determinato dalla debolezza dei partiti e dall’incapacità di sapersi organizzare rispetto ai cambiamenti della società e alle nuove forme di economia globale che si vengono a creare . Quindi la rinascita dei partiti costituirebbe la premessa di una sana dialettica istituzionale. C’è quindi la possibilità che i partiti italiani, non più visti come causa di ogni male, tornando protagonisti della vita democratica, scevri da leaderismo e personalismo, potrebbero tornare ad essere strumento istituzionale fondamentale per la sfida del prossimo futuro.

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