Marco Gattuso, magistrato di Bologna, già noto per le sue azioni a favore dell’utero in affitto, ha presentato il ricorso contro i Paesi sicuri alla Corte di Giustizia Ue  

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Vicino a Magistratura democratica, sensibile alle tematiche Lgbt e favorevole all’utero in affitto, cui dichiarò di aver fatto personalmente ricorso; sensibile alle tematiche dei diritti dei migranti, su cui di recente si è esercitato anche come relatore in un convegno organizzato da Medel, la rete dei Magistrati europei per la democrazia e le libertà, di cui fa parte Md, in un panel coordinato dalla collega Silvia Albano, che è stata tra i giudici di Roma che hanno bloccato i rimpatri dei migranti trasferiti in Albania,  è il profilo del giudice Gattuso,  presidente del collegio di magistrati di Bologna,  che ha ‘ringhiato’ il ricorso contro il decreto Paesi sicuri alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Parliamo dei  Paesi sicuri con il paragone con la Germania nazista, passaggio di una lezione tenuta da Gattuso alla Scuola superiore di magistratura. Non si tratta dell’unica presa di posizione  da parte del giudice, infatti, resta agli atti delle cronache, infatti, la lettera che inviò al presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, in occasione della discussione in consiglio regionale di una legge contro l’omofobia, nella quale una parte dei dem chiese di inserire un richiamo all’utero in affitto come violenza di genere, ovvero una forma di violenza contro le donne. “Sono un giudice del Tribunale di Bologna e insieme al mio compagno, con cui sono unito civilmente, sono papà di un bambino nato in California grazie a una gestazione per altre o altri”, si leggeva nel testo, nel quale il magistrato sosteneva che “la scelta di vietarla in Italia può essere condivisa o può essere discussa, ma l’assimilazione a violenza assume un’inaccettabile connotazione ideologica, da Stato etico, che offende innanzitutto la dignità dei bambini”. Una presa di posizione assolutamente legittima, ma che cionondimeno si connota come un intervento molto orientato e per di più legato a questioni di carattere personale in un dibattito molto politico.

Quanto al fatto che la Gpa in Italia fosse da tempo vietata da quella legge (nel caso specifico la legge 40) che i giudici sono chiamati ad applicare, Gattuso, nella lettera, risolveva la questione così: “Abbiamo fatto nascere nostro figlio nel pieno rispetto delle leggi italiane, che impediscono la Gpa in Italia ma certo non all’estero, e delle leggi americane, dove la Gpa è ritenuta, sin dal 1993, un esercizio della autodeterminazione della donna”.

Sullo stesso tema Gattuso, circa un anno fa, mentre ferveva il dibattito sulle trascrizioni dei bambini delle coppie omosessuali, si è fatto anche promotore di un documento dal titolo “Il diritto stia dalla parte dei bambini e delle bambine”, nel quale si lamentava che “anche in ambito giuridico visioni affette da un malcelato pregiudizio nei confronti delle persone omosessuali e delle loro famiglie conducono a letture poco condivisibili dei dati tecnico-giuridici, entro cui sarebbe invece necessario confinare il dibattito”.

Fortunatamente l’utero in affitto è  diventato un reato universale, grazie a una storica decisione promossa e sostenuta dall’attuale governo. Questa nuova legge segna una svolta significativa nella tutela dei diritti umani, proteggendo le donne e i bambini dallo sfruttamento e dalla mercificazione del corpo femminile. Reato  ‘Universale’, perché mette fine al turismo gestazionale, cioè a tutte quelle persone che si recavano all’estero perché in Italia non era consentito, e si rivolgevano a quelle donne disponibili, a pagamento. Prima firmataria della legge Carolina Varchi, di Fratelli d’Italia. Il governo ha giustificato la decisione di criminalizzare la maternità surrogata in tutto il mondo con l’obiettivo di difendere le donne, specialmente quelle provenienti da contesti vulnerabili, che spesso accettano di diventare madri surrogate per motivi economici. La scelta di rendere l’utero in affitto un reato universale riflette la volontà di proteggere queste donne dal rischio di essere sfruttate o di subire pressioni economiche e sociali insostenibili. Non meno importante, la legge pone un freno alla pratica di considerare i bambini come “prodotti” del mercato della riproduzione, rafforzando il concetto che la vita umana non può essere oggetto di compravendita. Questa decisione è stata accolta con entusiasmo da numerosi attivisti per i diritti delle donne e da organizzazioni femministe, che da tempo chiedevano una regolamentazione più severa contro la pratica della surrogazione. Per molti, l’utero in affitto rappresenta una forma di schiavitù moderna, in cui i corpi delle donne vengono utilizzati per rispondere alle esigenze riproduttive di terzi, spesso in condizioni di squilibrio economico e sociale. La criminalizzazione universale dell’utero in affitto apre indubbiamente a una serie di riflessioni sulle implicazioni legali e sociali. Il divieto globale significa che qualsiasi forma di maternità surrogata, anche realizzata all’estero da cittadini italiani, sarà perseguibile in Italia. Ciò ha generato controversie, specie per la possibilità di creare una famiglia attraverso la maternità surrogata che rappresenta, per molti, una soluzione alle difficoltà di avere figli, specialmente per coppie infertili o omosessuali. Chiaramente questa legge avrà generato molte tensioni nell’animo del giudice Marco Gattuso, ma tant’è’!

Quanto al tema dell’immigrazione, come si diceva, il giudice Marco Gattuso ha manifestato i suoi convincimenti giuridici sia attraverso articoli sia attraverso partecipazioni a convegni, oltre che naturalmente nell’esercizio delle sue funzioni in qualità di giudice della competente sezione del tribunale di Bologna. In quale modo lo si può leggere negli articoli e negli atti a sua firma.

La ministra per la Famiglia e le Pari opportunità Eugenia Roccella durante il question time alla Camera. Rispondendo all’interrogazione del radicale Riccardo Magi la ministra è tornata a spiegare quanto già aveva detto a caldo sull’onda delle polemiche scatenate dalla sinistra, radicali e Lgbt in prima linea. Nessun oscurantismo medievale, nessuna istigazione alla spia. Il punto riguarda la nuova legge licenziata dal Parlamento che rende reato perseguibile la pratica dell’utero in affitto anche se consumata all’estero.

Interpellata Roccella ha confermato un’ovvietà che però alle opposizioni sembra sfuggire. I pubblici ufficiali, e i medici come è noto possono essere fra questi, segnalano eventuali violazioni delle leggi. Quanto alla legge contro la gestazione per altri,  ha ricordato ”la normativa, che non questo governo, né questo Parlamento, hanno introdotto, e da vent’anni punisce penalmente in Italia non soltanto la realizzazione, ma anche la promozione e organizzazione di una pratica che per la Corte Costituzionale ‘mina nel profondo le relazioni umane’. E che per la Corte di Cassazione riduce il corpo della donna ‘ad incubatrice meccanica, assecondando un’inaccettabile mercificazione del corpo”.

Una pratica – ha detto ancora la ministra citando sempre la Cassazione, “che offende in modo intollerabile la dignità delle donne, anche in assenza di una condizione di bisogno della stessa e a prescindere dal concreto accertamento dell’autonoma e incondizionata formazione del suo processo decisionale”. Di questo divieto, fin qui troppo spesso aggirato, conclude Roccella,” la legge Varchi (la parlamentare di FdI prima firmataria ndr) garantisce semplicemente una maggiore effettività”. Neanche a dirlo Magi non è soddisfatto e in aula parte il teatrino. “Le sue parole – incalza in aula il leader di più Europa – esprimono una inquietante concezione del ruolo del medico: hanno bisogno che i medici diventino una sorta di polizia surrogata. La domanda che ci poniamo è: a quando l’introduzione di una polizia morale?

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