Matteo Renzi e Vittorio Feltri a spada tratta in difesa di Daniela Santanchè

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Nel suo intervento alla Camera, Matteo Renzi ha lanciato un attacco diretto al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove, accusandolo di incarnare una linea eccessivamente repressiva all’interno del governo: “Mi divide dal sottosegretario Delmastro una idea di società, di controllo dei detenuti, quando dice ‘non facciamo respirare i criminali.’ Non so se sul Falcon il criminale respirava.”

Il leader di Italia Viva ha poi affrontato la vicenda Visibilia, tornando sulla richiesta di dimissioni della ministra Daniela Santanchè. Renzi ha evidenziato una presunta contraddizione nella gestione delle responsabilità politiche all’interno dell’esecutivo: “Se chiedete le dimissioni di Santanchè, ricordate che avete al governo chi è già stato rinviato a giudizio e che si chiama Andrea Delmastro delle Vedove.”

Renzi ha sottolineato che Delmastro detiene un primato poco invidiabile: “È il primo membro di governo condannato, anche se il reato è stato estinto per oblazione. Ma io lo definirò sempre condannato.”

Per Vittorio Feltri è “semplicemente surreale, eppure perfettamente in linea con le logiche doppiopesiste della sinistra, che vengano invocate a gran voce le dimissioni del ministro Daniela Santanchè, rinviata a giudizio qualche giorno addietro, mentre Fratoianni e Bonelli hanno regalato la candidatura e l’elezione a una pluricondannata, mi riferisco a Ilaria Salis, allo scopo per di più di sottrarla ad un processo, e la segretaria del Pd, come tu sottolinei, tace in merito al caso Alfieri, presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum, il quale da oltre tre mesi si trova agli arresti, prima in carcere e poi ai domiciliari, per corruzione e altri reati, rifiutandosi categoricamente di dimettersi.

Feltri ha proseguito il suo affondo sulla sinistra: I sedicenti democratici non ce lo spiegano e nemmeno provano imbarazzo per le contraddizioni palesi di cui si rendono autori. Essi muovono dal presupposto di fondo che chi è di sinistra è giusto e senza macchia, pure quando è sozzo, mentre chi è di destra è ingiusto, fascista, razzista, brutto, sporco e cattivo, a prescindere. Questa si chiama ‘disonestà intellettuale’, ha concluso il giornalista prima di affermare che, secondo lui, la Santanchè “non debba affatto ritirarsi, bensì attendere l’esito del procedimento”.

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