Secondo le stime delle Nazioni Unite, con il conflitto, la povertà in Palestina è destinata ad aumentare di oltre un terzo. Con il perdurare della instabilità nella Regione, il programma di sviluppo delle Nazioni Unite e la Commissione economica e sociale per l’Asia occidentale rendono noto che potrebbero essere cancellati fino a sedici anni di sviluppo umano. Se la guerra a Gaza riprenderà il tasso di povertà nello Stato di Palestina salirà di un terzo, facendo precipitare quasi mezzo milione di persone in più nella povertà. Le stime parlano di un crollo del Pil, il prodotto interno lordo di quasi un dieci per cento con una perdita che si aggira intorno ai due miliardi di dollari. Solo negli ultimi mesi, secondo UNDP, il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite e ESCWA, la Commissione Economica e Sociale per l’Asia Occidentale in un solo mese di conflitto la povertà è aumentata del venti per cento e il PIL è diminuito di quasi il cinque per cento con una perdita di oltre mezzo milione di posti di lavoro. Si tratta di una perdita senza precedenti di vite umane, la sofferenza umana e la distruzione nella Striscia di Gaza sono inaccettabili. Dati, questi, evidenziano come l’impatto di questo conflitto avrà ripercussioni di lunga durata e non sarà limitato alla sola Striscia di Gaza. Di fatto alla catastrofe umanitaria in atto si evidenzia la grande crisi di sviluppo. Un conflitto che sta velocemente accelerando la povertà in una popolazione già vulnerabile prima di questa crisi. Secondo le stime internazionali il perdurare delle ostilità farebbe aumentare la povertà di quasi il cinquanta per cento facendo cadere nella massima indigenza oltre un milione di persone.
Medio Oriente – Il catastrofico impatto sociale del conflitto
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