Giorgia Meloni ha annunciato che metterà il veto ad una maggioranza con i partito socialista europeo. E su questa sua dichiarazione non possiamo che essere d’accordo perché almeno fa chiarezza sul Progetto politico che ha in mente. Non fa chiarezza invece, su quale sia la strategia dell’Italia in Europa.La tattica usata dalla Presidente del Consiglio ha una doppia valenza: da una parte guarda agli equilibri interni alla sua maggioranza , dall’altra guarda al futuro Parlamento Europeo che tra due settimane vedrà la luce. Sul fronte interno tende ad evitare di essere scavalcata a destra dalla Lega.Il rapporto stretto, allacciato con la Presidente uscente della Commissione Eu, ha lasciato pensare a tutti di voler progettare di assumere il ruolo di soccorritore, qualora i voti dei conservatori fossero necessari per una riconferma della Von der Leyen a Bruxelles. Questo però l’ha esposta ai duri attacchi di Salvini che punta a sottrarle l’elettorato più reazionario . Sul fronte europeo , visto che i socialisti hanno messo il veto ad una maggioranza con i conservatori, a questo punto, la Meloni , tende di inglobare l’estrema destra europea in un unico partito che spazia da Orban a Salvini. alla Le Pen. Questo schieramento, potrebbe probabilmente potrebbe diventare il secondo raggruppamento politico in ParlamentoE se il risultato delle urne dell’otto e nove giugno 2024, dovesse andare molto bene, potrebbe tentare di formare un’alleanza con il Ppe , mandando all’opposizione i socialisti. Il progetto di esportare in Europa, il modello di coalizione italiana, ha una certa logica, pur tuttavia ha dinanzi due ostacoli, al momento, insormontabili. Il primo è che tutti i sondaggi sti danno le destre in crescita, ma non tale da poter formare una maggioranza con il Ppe, per cui l’ago della bilancia resterebbe il partito liberale di Macron . . E appare alquanto inverosimile che il Presidente francese accetti di stare in una coalizione in cui c’è la sua rivale, Marie Le Pen, che sicuramente avrebbe un ruolo di grande rilievo. C’è anche da sottolineare che le maggioranze e le minoranze in seno al Parlamento Europeo, si definiscono al momento dell’elezione del Presidente della Commissione, da parte del Parlamento. Ma la designazione del candidato, viene fatto dai capi di Stato o di Governo che fanno parte del Consiglio d’Europa. Quindi la Meloni potrebbe trovarsi nell’imbarazzo di dover approvare come capo del governo italiano un candidato alla Presidenza della Commissione , ma nella qualità di capo dei conservatori europei e leader di tutte le destre dovrà votare contro la sua nomina per non trovarsi nella stessa maggioranza con i socialisti. Una situazione che dal punto di vista vista partitico non preoccupa la Meloni, ma in quanto Premier, riteniamo si esponga ad una posizione delicata e imbarazzante. Molte volte l’eccesso di spavalderia rischia di farti scoppiare.
Meloni e le sue incertezze sul ruolo dell’Italia in Europa
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