Meloni e lo smacco politico sulla Consulta

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La fumata nera sull’ elezione del giudice alla Corte Costituzionale ha fatto arrabbiare la Presidente del Consiglio, che dopo due anni di governo, non si è ancora resa conto della modesta cultura istituzionale del partito che presiede e che c’è una differenza tra il guidare un partito e il presiedere il governo del popolo italiano. Meloni non si è posta il dubbio che l’ elezione di un giudice della Corte Costituzionale non si fa con la forza , ma con il confronto tra tutte le forze politiche, siano esse di maggioranza che di opposizione. Il voto conclusosi con l’ indicazione di votare scheda bianca, è stato solo il tentativo mal riuscito di mascherare il flop politico della Premier. La Corte Costituzionale non è un partito politico da scalarne la segreteria, né un ente pubblico dove accaparrarsi le poltrone o un ente da lottizzare. Quello che è sempre mancato alla Premier è la capacità del dialogo, l’ esercizio della dialettica politica, il confronto. Tutti questi elementi di base la Meloni li intende come una concessione fatta all’ opposizione in cambio di una benevolenza. Al contrario sono un obbligo voluto dai padri costituenti per bilanciare ed equilibrare , poteri e contro poteri della Repubblica. Il suo arrabbiarsi con i suoi , il definirli ” Infami” , testimonia quanto la Premier sia distante da questa visione. La politica non può essere concepita solo come un rapporto di forza a cui sottende sempre lo scontro con il nemico e non l’ avversario. Questa è una concezione dei sistemi totalitari e non delle moderne democrazie.Forse la Premier rincorre la riforma del premierato per permettere al governo di muoversi senza la presenza ingombrante del Parlamento. Spesso e volentieri gli uomini di governo e del Parlamento di Fratelli d’Italia, usano le istituzioni come dei palchi da cui fare comizi e per loro è tutto normale. L’ opposizione , a proposito di fumata nera, ha sconvolto i piani della Premier, non facendo passare l’ elezione a giudice della Consulta, il consigliere giuridico di Palazzo Chigi, il Prof Francesco Saverio Marino e con questo ha ottenuto un ottimo risultato. Ma tra i due maggiori partiti dell’ opposizione ( PD e M5S), permane il gelo , soprattutto tra i due leader: Elly Schlein e Giuseppe Conte. Anche nel giorno dello smacco politico della Meloni e mentre la sua maggioranza incomincia a mostrare crepe evidenti , l’ opposizione resta disunita . Altro che campo largo!

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