Meloni in Albania. “Accordo sui migranti con Rama è un modello per l’Ue”

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“Il complesso dei due centri sarà operativo dal primo agosto 2024 e questo accordo sta diventando un modello, qualche settimana fa circa 15 nazioni europee su 27, la maggioranza dell’Ue, ha sottoscritto un appello alla Commissione per chiedere, fra le altre cose, che segua il modello italiano. Perfino la Germania, con il ministro dell’Interno, ha dichiarato di seguire con interesse questo accordo”.  La presidente del Consiglio è arrivata in Albania, accompagnata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per visitare la struttura di Shengjin, pronta ad accogliere i migranti in arrivo dall’Italia, nell’ambito del Patto siglato lo scorso anno con il premier di Tirana, Edi Rama. In conferenza stampa, la prremier, spiega che “siamo qui per annunciare il completamento della prima struttura, questa di Shengjin, che assolverà le funzioni tipiche dei centri di prima accoglienza cioè gli hotspot che chiaramente ci sono anche in Italia, dedicati ai migranti che vengono soccorsi e sbarcati”. “Qui si effettuano lo screening sanitario, l’identificazione, il fotosegnalamento, la formalizzazione della domanda di protezione internazionale”, ha aggiunto puntualizzando che nell’hotspot “potranno sbarcare solamente migranti salvati in acque internazionali da navi italiane, mentre non saranno portati in Albania soggetti vulnerabili, minori, donne, anziani e persone fragili”. “Italia e Albania sono storicamente nazioni amiche, sono storicamente nazioni che sono abituate a lavorare e a collaborare insieme e io voglio ringraziare ancora una volta il primo ministro Rama, tutto il popolo albanese per aver offerto il loro aiuto all’Italia per aver stretto con noi un accordo che io considero di grande respiro europeo” ha detto la presidente del Consiglio. “Sono fiero dell’Albania che può essere utile all’Italia. L’Italia è stata utile all’Albania molto volte e se noi abbiamo la possibilità di essere utili all’Italia una volta, due, tre allora raccogliamo quest’opportunità. Lo facciamo con il cuore e con la convinzione che il mare tra Italia e l’Albania non è uno spazio che ci divide ma ci unisce da migliaia di anni”, ha dichiarato il primo ministro albanese, Edi Rama, commentando l’accordo sui migranti tra Tirana e Roma. “In un momento così complicato non solo per l’Italia ma per tutta l’Europa siamo molto fieri di dare una mano anche se non come europei uniti nella Ue”, ha spiegato Roma, secondo cui “non sta a nessuno decidere se siamo o no europei”. Una visita, quella della Meloni, in Albania che viene bollata dall’opposizione come uno spot elettorale. E su questo aspetto la premier ha risposte per le rime. “L’opposizione parla di spot elettorale? Fa il suo lavoro, lo considero normale, ma tanto come si fa si sbaglia. Se io avessi smesso di governare in questo mese e avessi fatto campagna elettorale avrebbero detto che non governavo” dice la presidente del Consiglio. “L’unica cosa che non posso fare, e che all’opposizione piacerebbe, è scomparire: questo non lo posso fare, non me lo potete chiedere. Avevo detto che non avrei fatto campagna elettorale e penso si veda che non l’ho fatta, ho partecipato a un’unica manifestazione la settimana scorsa. Vado a Caivano è uno spot elettorale, vado in Albania è uno spot elettorale, vado a sottoscrivere l’accordo di coesione ed è uno spot elettorale. Quindi che avrei dovuto fare, sospendere l’attività di governo per un mese? Io non me lo posso permettere, mi spiace. Io devo fare il mio lavoro, non posso sospendere la mia attività”.

Secondo quanto previsto dal Protocollo, il numero totale di migranti presenti contemporaneamente nel territorio albanese non potrà essere superiore a tremila. Nelle strutture potranno essere condotte solamente persone imbarcate, anche a seguito di operazioni di soccorso, in zone situate all’esterno del mare territoriale della Repubblica italiana o di altri Stati membri dell’Unione europea. L’ingresso dei migranti in acque territoriali e nel territorio della Repubblica di Albania avverrà esclusivamente con i mezzi delle competenti autorità italiane. Il Protocollo resterà in vigore per 5 anni e sarà rinnovato tacitamente per un ulteriore periodo di 5 anni, salvo che una delle due parti comunichi, con preavviso di almeno sei mesi rispetto alla scadenza, la propria intenzione di procedere al rinnovo.

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