Meloni in Libano per il cessate il fuoco. Vicina alle truppe di Unifil  

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La missione in Medio Oriente della premier è particolarmente significativa. Dopo la tappa in Giordania e l’incontro alla residenza reale di Aqaba con il re Abdullah II, la premier Giorgia Meloni è volata in Libano: «Con la morte di Yahya Sinwar viene meno il principale responsabile del massacro del 7 ottobre 2023. La mia convinzione è che ora si debba iniziare una nuova fase. È tempo che tutti gli ostaggi siano rilasciati. Che si proclami un immediato cessate il fuoco. E che si avvii la ricostruzione a Gaza. Continueremo a sostenere con determinazione ogni sforzo in questa direzione e per la ripresa di un processo politico serio e credibile, che conduca alla soluzione dei due Stati».

A Beirut, Meloni ha incontrato  il presidente del Consiglio della Repubblica libanese Najib Mikati dove ha confermato le stesse premesse e ribadito la medesima posizione del governo italiano presentata poche ore prima in Giordania.

Giorgia Meloni è il «primo leader dall’inizio delle operazioni di terra delle forze israeliane» a visitare il Paese dove sono di stanza le truppe Unifil. Gli obiettivi della visita, allora, sono molteplici, e puntano anche a garantire la sicurezza dei soldati. Va poi affrontata la necessità di intensificare gli aiuti umanitari, la ricerca di una soluzione per le migliaia di rifugiati, e rinnovato l’impegno di nuove strategie per riportare la stabilità nella regione.

Con i suoi interlocutori, il Presidente Meloni ha ribadito la necessità di assicurare in ogni momento la sicurezza del personale di Unifil e ha avuto uno scambio su come promuovere una reale e piena applicazione della risoluzione 1701. In questo quadro, ha rinnovato l’impegno dell’Italia per sostenere le capacità delle forze armate libanesi in modo che possano assumere le responsabilità previste all’interno della risoluzione 1701. Non solo. Come chiarisce in una nota Palazzo Chigi, nei suoi incontri, il Presidente Meloni si è soffermata sull’emergenza degli sfollati libanesi, ricordando i recenti ulteriori 17 milioni di euro di aiuti umanitari stanziati dall’Italia e impegnandosi a portare il tema a livello europeo e internazionale.

Nell’ambito della visita a Beirut, il premier ha incontrato anche il Comandante della missione bilaterale Italiana in Libano, colonnello Vitulano, e il vicepresidente del comitato tecnico-militare per il Libano, colonnello Cortone. Un’occasione in cui la premier ha espresso la sua vicinanza personale e quella del governo a tutta la missione di Unifil e a tutti i militari italiani impegnati in Libano.

«Io avrei tanto voluto venire a trovare tutti i militari, mi rendo conto che non sarebbe stato facile, però sono qui anche per portare la vicinanza, l’attenzione, la solidarietà e la gratitudine dell’Italia per il vostro lavoro». Parole che Giorgia Meloni ha rivolto anche direttamente al comandante della Missione bilaterale italiana in Libano (il colonnello Matteo Vitulano) e al vicepresidente del Comitato Tecnico-Militare per il Libano (il colonnello Attilio Cortone), che ha avuto modo di incontrare a Beirut, ai quali ha assicurato: «I miei messaggi sono stati e saranno molto chiari sul ruolo dei nostri militari impegnati sia in Unifil che nella Mibil e nella missione multilaterale. Vi prego di trasferire a tutti gli uomini e le donne impegnati in Libano la mia vicinanza e la mia solidarietà. Spero di venirli a trovare presto. Considero inaccettabile prendere di mira l’Unifil, tutte le parti coinvolto devono fare la loro parte per garantire la sicurezza dei soldati», ha sottolineato ancora dal Libano la premier Giorgia Meloni nelle dichiarazioni congiunte con il primo ministro libanese Najib Mikati.

«Sono convinta che Unifil debba essere rafforzata. Solo rafforzando la missione si potrà voltare pagina, garantendo imparzialità e perseguendo risultati importanti. Dobbiamo tornare alla missione originaria di Unifil che passa dal programmare a ricostruire. L’Italia insieme agli altri partner della comunità internazionale ha lanciato un appello affinché ci sia un cessate il fuoco di 21 giorni. Sono arrivata qui in Libano da Bruxelles dove ho partecipato al Consiglio europeo e chiaramente la crisi nel Medio Oriente è stato il fulcro dei lavori del summit. E posso assicurare che stiamo tutti lavorando per un sostenibile cessate il fuoco a Gaza e in Libano. Sosteniamo i negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas, e gli sforzi per dare assistenza ai civili che si sono trovati coinvolti in questa guerra. L’Italia è anche in prima linea per mitigare la crisi umanitaria a Gaza: lo abbiamo già fatto. E abbiamo consegnato 47 tonnellate di aiuti alimentari e chiaramente adesso intendiamo concentrarci anche sul Libano, dove l’escalation militare ha creato la necessità di assistenza umanitaria. Abbiamo messo a disposizione iniziative finanziate con diversi milioni di euro per permettere alle persone che si occupano dei più vulnerabili di potersi prendere cura di loro. Ovviamente il nostro pensiero va anche a tutti i soldati della missione bilaterale italiana che fanno parte dell’Unifil: questi soldati per anni hanno contribuito alla stabilità all’interno del Libano».

Meloni ha aggiunto in conclusione: «In questo complesso contesto credo che sia fondamentale sostenere anche le istituzioni libanesi, incluso il processo per rafforzarle queste istituzioni. Io non sono il genere di leader che vuole dire agli altri che cosa dovrebbero fare. O come dovrebbero comportarsi. Ma questo Paese sta sicuramente soffrendo, e avere delle istituzioni funzionanti è la chiave per essere in grado di difendere i propri interessi. È una riflessione che credo valga per la leadership di questo Paese, e quello che posso garantire è che l’Italia è pronta a offrire tutto l’aiuto che potrebbe essere necessario, se richiesto, anche su questo fronte».

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