“Il protocollo Italia-Albania funzionerà, avevo messo in conto che ci sarebbero stati degli ostacoli”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ospite alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna per la festa per gli 80 anni de ‘Il Tempo’ intervistata dal direttore del giornale Tommaso Cerno, è convinta che “funzionerà”. “Non consentirò che un modello che abbiamo individuato, nel pieno rispetto del diritto italiano ed europeo, venga smontato perché c’è una parte della politica che non è d’accordo su questa lettura e su come deve essere gestita l’immigrazione. Sono determinata ad andare avanti”, precisa la premier.
Per Giorgia Meloni è “irragionevole” la sentenza con cui il Tribunale di Roma ha bocciato il trattamento dei migranti centro in Albania perché la sentenza dei giudici romani non riguarderebbe “il tema dell’Albania, ma tutti gli immigrati illegali che arrivano da alcune nazioni”. I giudici, “si rifanno a una sentenza della Corte europea, ma le non convalide dei trattenimenti degli irregolari sono cominciate molto prima” quindi “la questione dell’Albania è strumentale, io penso che la sentenza sia dettata da un approccio di visione molto diverso da quello che ha l’esecutivo”. Ma non crede che “ci sia un disegno di sovvertire la volontà popolare” di una parte della magistratura. Alle opposizioni che vorrebbero far ricorso alla Corte dei Conti per ‘denunciare’ l’esecutivo per danno erariale per la firma del protocollo Italia-Albania, ribatte in modo sarcastico. “Accuse di danno erariale da chi ha voluto il superbonus e i banchi a rotelle, anche no”, risponde in modo sarcastico a Cerno. E poi si passa alle questioni interne. Una su tutte la nuova manovra finanziaria.
“Abbiamo fatto una manovra da 30 miliardi per il 2025 e per il 2025 abbiamo da pagare 38 miliardi di euro di superbonus che ci è servito a ristrutturare meno del 4% di case degli italiani, prevalentemente seconde case”, rispondendo alle critiche del leader M5S Giuseppe Conte sugli aumenti delle pensioni minime, sicuramente simboliche. “Con quelle risorse avremmo potuto aumentare le pensioni minime di 20mila euro per ciascun pensionato minimo”, ribatte la Meloni. Insomma è soddisfatta della legge di bilancio che “non aumenta le tasse” e mantiene “i conti in ordine”. Ora, sottolinea, bisognerà lavorare per tagliare le tasse per favorire il ceto medio.
Restando alla politica interna affronta il tema che rischia di provocare un nuovo terremoto nel suo governo. La premier dice di apprendere dalle agenzie di stampa che “ci sarebbe un presunto conflitto di interessi tra l’attuale dimissionario capo di gabinetto del ministro Giuli e un’altra persona”. Una nomina che risale “ai tempi della gestione Melandri del Maxxi” e quindi non dal suo neo ministro alla Cultura.