“Il governo farà del suo meglio per difendere l’occupazione e l’indotto. Abbiamo un tavolo con Stellantis convocato a metà dicembre, speriamo possa essere quello risolutivo”. Il presidente del consiglio Giorgia Meloni, ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4, dice la sua sul futuro della produzione automobilistica in Italia dopo le dimissioni di Carlos Tavares alla guida di Stellantis. “ Ho parlato con Elkann che mi ha comunicato l’uscita di Tavares, ci parliamo da due anni. Io non entro ovviamente nel merito delle scelte di una grande multinazionale, credo che” quanto avvenuto “sia anche figlio, di alcune battaglie sindacali molto forti che sono state fatte, particolarmente dai sindacati francesi e americani, perché quello italiano su questo, diciamo, rispetto a questi urli, era un pó afono”.
“Vedremo adesso che cosa accadrà. La trattativa con il governo è sempre anche qui una trattativa neutrale, vale per Stellantis, vale per tutte le aziende. Noi vogliamo fare del nostro meglio per difendere i livelli occupazionali e per l’indotto che è fondamentale”, spiega al premier.
E lancia una sferzata alla Cgil e soprattutto al suo leader Maurizio Landini. A sinistra “i toni si alzano quando gli argomenti sono deboli e capisco la difficoltà di Landini, perché i suoi argomenti sono deboli come sono deboli i suoi risultati, l’adesione allo sciopero è sotto il 6%”. Quindi un leader più politico che strettamente sindacale. Landini, é il pensiero della Meloni, “per ragioni politiche deve attaccare questo governo, dopodiché però si trova di fronte al governo che ha aumentato i salari, ha aumentato l’occupazione, ha diminuito la disoccupazione, ha aumentato l’occupazione femminile, ha aumentato i contratti stabili, ha diminuito il precariato, ha aumentato le pensioni minime, ha aumentato il Fondo Sanitario Nazionale”. “Probabilmente – continua il presidente del Consiglio- ci sono altre valutazioni che si stanno facendo che riguardano anche il campo della sinistra, diciamola così, magari si intravede uno spazio di carattere diverso”. Quindi Landini nuovo leader della sinistra? “No, non lo so, io già devo organizzare la mia maggioranza, si figuri se organizzo l’opposizione, però magari ci sono anche queste valutazioni o semplicemente non accettano che al governo ci sia il centrodestra, e dicono ‘lo dobbiamo mandare a casa”.
“Mi preoccupa che abbiamo una sinistra che quando riesce a governare, che è l’unica cosa che vuole fare, si mette il vestito buono, è democratica, ma quando perde il potere perde le staffe quando non ci riesce allora esce la sua vera natura, intollerante, non accetta che ci siano altre idee”, ha detto ancora con riferimento alle ondate di scioperi in Italia.
Spedisce al mittente le accuse di avere tagliato i fondi sulla sanità. “Numeri alla mano, quando noi siamo arrivati al governo, sul Fondo sanitario c’erano 126 miliardi, nel 2025 ci saranno 136,5 miliardi, a casa mia sono in due anni 10 miliardi e mezzo di euro in più, quindi come si faccia a sostenere che noi abbiamo tagliato il Fondo Sanitario Nazionale per me è un mistero e quando lo sento dire anche dalla segretaria del Partito democratico della quale ho rispetto un po’ mi vergogno per lei”.
Sul fronte migranti, Giorgia Meloni è convinta che il progetto Albania funzionerà perché, sottolinea, “non prendo impegni che non ritengo di poter mantenere, ci sono delle soluzioni, ci sto lavorando, farò tutto quello che devo fare per farlo funzionare, credo che sia una un progetto assolutamente innovativo e non è un caso che sia attenzionato dalla quasi totalità dei paesi dell’Unione Europea, è un cambio totale nella gestione dei flussi migratori, ci sono delle soluzioni per farlo funzionare”.