Ecco il colpo di teatro. Prima i super dazi e le parole sconce a proposito di quelli che si sarebbero recati alla sua’ corte’ , per rivedere i criteri, poi la sospensione per novanta giorni tranne che per la Cina. Un po’ come il gambero un passo avanti ed uno indietro. Questo non semplifica il lavoro di Giorgia Meloni che il 17 aprile incontrerà il Presidente degli Usa alla Casa Bianca. La situazione è molto drammatica, al netto dell’ ironia. Ad ogni buon conto la nostra Premier sta per affrontare la missione più complicata e difficile da quando è nato il suo governo. Molti dei suoi alleati politici nutrono grandi aspettative, ma la prudenza è d’ obbligo, perché la realtà è dura . Lo storico alleato d’oltreoceano, oggi si è incarnato in un personaggio da operetta che persegue i suoi obiettivi con un linguaggio scurrile e metodi discutibili, oltre ad un aperto e manifestato disprezzo per noi europei. Inoltre la Meloni non potrà fare trattative separate, in quanto la materia dei dazi , nell’ Ue , è regolata da un accordo che esclude le trattative bilaterali. Ci sono voci che ritengono che la Meloni vada da Trump per frantumare il fronte europeo , ma sono solo sciocchezze. Non ne trarrebbe nessuna convenienza politica, perché una cosa è il legame Usa – Europa, altro è diventare lo strumento di una politica americana che l’ Europa giudica sbagliata e pericolosa. Questa è la scomoda strada che Giorgia Meloni dovrà percorrere e il rischio che la sua missione possa fallire è alto. Se Trump dovesse ripetere le stesse espressioni usate contro l’ Europa, la nostra Premier non avrebbe altra scelta che replicare con asprezza. Lei andrà nella veste di Presidente del Consiglio del nostro Paese e membro dell’Ue. Quindi Giorgia Meloni parte nel momento più incerto. Dovrà dimostrare le sue buone intenzioni agli organi comunitari e al tempo stesso guardarsi dalle critiche interne al nostro Paese. Le opposizioni le chiedono di rinunciare al viaggio dopo le offese di Trump all’Europa e agli europei. Il centrosinistra propone che il centrodestra rinunci ad iniziative in grado di incriminare il rapporto con l’ UE ; nel centrodestra, però abbiamo chi, come Salvini spinge contro Bruxelles e guarda con occhio benevolo Trump. Difronte alla furia del Titano , abbiamo poco da mettere sul piatto della bilancia, perche pesi dalla nostra parte, nemmeno l’ acquisto del gas , potrà essere sufficiente per ammorbidire l’ intransigenza del tycoon. Intanto la missione è utile e va fatta in un momento così delicato: lo scopo è quello di far sì che la guerra dei dazi non distrugga i valori occidentali.
Meloni sulla via di Trump
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