Migranti: bloccati dalla magistratura i trasferimenti in Albania

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‘Che singolare Paese la nostra Italia. Il Governo, stipulando un protocollo con Albania, trova una soluzione normativa innovativa e dal forte valore deterrente contro l’immigrazione illegale. L’accordo suscita l’interesse dei vertici dell’UE e di quasi tutti i capi di Stato e Governo europei, diventando una soluzione modello. Poi però il PD, dopo una vergognosa richiesta alla Commissione Europea di aprire una procedura di infrazione contro il suo stesso Paese, organizza un’ispezione in Albania preannunciando una decisione giudiziaria imminente idonea a far crollare l’intero impianto normativo. Oggi, guarda caso, il Tribunale di Roma disapplica le norme e non convalida il fermo di clandestini. Passano gli anni, ma il connubio sinistra-magistratura resiste. Il potere giudiziario ha ormai soppiantato quello legislativo e quello esecutivo. Di fatto i giudici si sentono investiti anche della missione di dettare le politiche in materia di difesa dei confini e sicurezza pubblica. Ma il voto libero e democratico ha ancora un valore?’, scrive sui suoi profili social il deputato di Forza Italia Tullio Ferrante, Sottosegretario di Stato al Mit.

Ferrante parla di un golpe politico-giudiziario per sabotare l’intesa sui migranti Italia-Albania, nei giorni in cui molti paesi d’Europa dichiarano, a chiare lettere, di voler adottare identiche soluzioni e proporre uno schema simile anche per la Ue. I giudici della  sezione immigrazione del tribunale di Roma decidono di non convalidare il trattenimento dei migranti all’interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania. Il provvedimento era stato disposto per i dodici stranieri dalla questura di Roma il 17 ottobre scorso, i quali fanno parte dei 16 migranti (dieci provenienti dal Bangladesh e 6 dall’Egitto) trasportati in Albania al Cpr di Gjader dalla nave Libra della Marina militare italiana.

Giorgia Meloni è furiosa e sintetica: “Pd, M5S e AVS hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea chiedendo se intende aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’accordo sui flussi migratori con l’Albania. Avete capito bene, alcuni partiti italiani stanno di fatto sollecitando l’Europa a sanzionare la propria Nazione e i propri cittadini, con il solo obiettivo di colpire politicamente questo governo. Una vergogna che non può passare inosservata. La richiesta di una procedura di infrazione contro l’Italia, cioè persone pagate dal popolo italiano per chiedere alle istituzioni europee di colpire il popolo italiano è una cosa sulla quale penso che gli italiani rifletteranno. La questione è molto più ampia perché quello che i giudici dicono è che non esistono Paesi sicuri. Quindi, il problema non c’è in Albania, il problema è che nessuno potrà mai essere più rimpatriato, il problema è che tu non puoi respingere la gente e non puoi fare nessuna politica di difesa dei tuoi confini. Quindi, spero che mi si dica anche come si risolve, spero che mi si dica come si gestisce l’ordine pubblico, chi pagherà per i miliardi di accoglienza che ci dovremmo caricare, spero che mi si trovino anche delle soluzioni perché poi sono io quella che deve trovare le soluzioni. E infatti, troverò una soluzione anche a questo problema. Perderemo ancora del tempo ma ho già convocato il Consiglio dei ministri lunedì anche per risolvere questo problema. Penso che la decisione dei giudici di Roma sia pregiudiziale, lo dimostra che alcuni di questi giudici avevano criticato l’accordo con l’Albania ancora prima di entrare nel merito. E temo che debba anche colpire il fatto che questa decisione dei giudici è stata anticipata  da alcuni esponenti del Partito democratico”.

Dunque, a dispetto di quanto stabilito dal governo Meloni, secondo i giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma i dodici migranti portati in Albania devono tornare in Italia. E con orgoglio, la presidente della sezione Luciana Sangiovanni in una nota stampa, iper tempestiva, rivendica la decisione: “I trattenimenti non sono stati convalidati in applicazione dei principi, vincolanti per i giudici nazionali e per la stessa amministrazione, enunciati dalla recente pronuncia della CGUE del 4 ottobre 2024 a seguito del rinvio pregiudiziale proposto dal giudice della Repubblica ceca. Il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane è dovuto all’ impossibilità di riconoscere come paesi sicuri gli Stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell’inapplicabilità della procedura di frontiera e, come previsto dal Protocollo, del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti, che hanno quindi diritto ad essere condotte in Italia”.

Sei pagine, per motivare la decisione. Un provvedimento lungo e articolato che sembra scritto prima non dopo l’udienza, senza alcun esame della singola posizione, ma solo argomentazioni generiche. Il ministro Piantedosi, intanto, annuncia ricorso. “Non solo andremo avanti con i ricorsi giudiziari ma andremo avanti anche con queste iniziative perché dal 2026 quelle che l’Italia sta realizzando in Albania, e non solo, diventerà diritto europeo”.

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