Il miracolato di Pasqua, dalla macchina della professionalità

Date:

È il miracolato di Pasqua, “abbiamo riscoperto la Fede nel Signore, nei momenti più bui avvertivamo la sensazione di un abbraccio che ci scaldava il cuore e ci dava speranza”, scrivono i genitori. Dopo mesi di cure è tornato a casa alla sua vita normale e ha trascorso la Pasqua a casa, in compagnia di suo padre, sua madre e sua sorella, Giuseppe (nome di fantasia), il bambino barese, di poco più di un anno, che a fine gennaio ha rischiato di morire a causa di una rara malattia che ha aggredito il suo piccolo cuore. A scoprire quanto stava succedendo al bambino furono i medici dell’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari ai quali si erano rivolti i genitori che non capivano cosa avesse il loro figlio. Una diagnosi devastante con una unica e remota possibilità di salvarlo all’ombra del Cupolone, affidata all’equipe medica dell’ospedale “Bambin Gesù”, al Gianicolo a Roma. L’odissea di quelle tremende ore, scolpite indelebilmente nei ricordi dei genitori di Giuseppe, Gioacchino e Anna che raccontano “la sofferenza e la disperazione provate quando i medici di Bari dissero che Giuseppe era gravissimo e che difficilmente avrebbe superato la notte. Fu un fulmine a ciel sereno che ci squarciò la mente e il cuore. Una notte lunghissima che non passava, in cui i pensieri più brutti annebbiavano la mente e il cuore. Come potevamo pensare a qualcosa del genere all’improvviso?”, racconta la giovane e determinata mamma. Ma in quelle tenebre di incertezza, incredulità e disperazione uno squarcio di luce si aprì tutto d’un tratto quando arriva la notizia che “il giorno dopo la notizia del trasferimento presso l’unica struttura che poteva fronteggiare l’emergenza, a Roma”. Parte la macchina della solidarietà istituzionale e all’orizzonte si materializzano le ali del velivolo “C-27J” della 46esima Brigata Aerea di Pisa dell’aeronautica militare che, attraverso quel viaggio della speranza, correndo contro il tempo, riesce a trasferire il piccolo da Bari nella capitale, dove Giuseppe, come raccontano i genitori “riesce a superare l’intervento di biopsia e ben due operazioni a cuore aperto per l’impianto di un cuore artificiale extracorporeo prima e per la rimozione, dopo, nel giro di poche settimane. Interventi per cui forse neanche i medici ci avrebbero scommesso e comunque ci invitavano a prepararci al peggio”. Una piccola e innocente vita legata a un flebile filo di speranza con i due genitori determinati a non cedere alla tentazione della disperazione. “Quanto dolore e quanta trepidazione. Quante notti insonni e quanto batticuore, in attesa ogni sera di buone nuove che non sempre arrivavano”, continua a raccontare Anna, fino a quando “pian piano, piccoli, continui miglioramenti, finché il cuore del bambino riprende a battere autonomamente, poi la dimissione dalla rianimazione e infine le dimissioni dall’ospedale. Quale gioia e quale felicità! Finalmente la luce, in fondo al tunnel!” Uno squarcio di chiarore che ha permesso a questa piccola famiglia di tornare alla normalità. “Oggi siamo a casa, a Bari, il nostro piccolo gioca, ride e corre per la casa, sì, perché nel frattempo ha imparato anche a camminare sempre sorridente e il suo sorriso riempie il cuore di tutti, mamma, papà, nonni e familiari. Questa esperienza ci ha profondamente cambiati. Abbiamo toccato con mano la sofferenza dei piccoli e la disperazione dei genitori. Abbiamo imparato a cogliere quello che c’è di più importante nella vita: nulla è paragonabile alla gioia nel vedere nostro figlio sorridere, abbracciarci e giocare con la sorellina”, raccontano di due giovani genitori. Le loro vite si sono intrecciate con quelle di tanti altri genitori, con i quali hanno condiviso le lunghe attese fuori dalla terapia intensiva, giornate interminabili nelle quali hanno vissuto le belle notizie e i piccoli passi in avanti dei loro piccoli figli mentre fuori familiari, amici e conoscenti, si erano allertati in preghiera, attivandosi per offrire solidarietà, aiuto e vicinanza. Supporti preziosi per chi vive queste tristi esperienze. Da Pisa, il colonnello Luca Mazzini della 46esima Brigata Aerea di Pisa dell’aeronautica inviata a Giuseppe in una commovente lettera scrive “le nostre strade si sono incrociate. Abbiamo viaggiato insieme. I nostri uomini e le nostre donne in azzurro si sono presi cura di te in un volo il cui ricordo rimarrà scritto indelebilmente nei nostri cuori”. Oggi nei giorni della Pasqua i due genitori, mentre attendono di essere chiamati per un controllo, vogliono esprimere tutta la loro gratitudine ai medici dell’ospedaletto, “che hanno intuito subito la gravità della situazione ed hanno agito tempestivamente allertando chi di competenza per il trasferimento nel giro di poche ore”, ai militari dell’aeronautica “per il prezioso servizio svolto h24, sempre pronti notte e giorno a collaborare con i medici per assicurare trasporti sanitari d’urgenza in tutta Italia e all’estero” , poi, a tutto il personale medico e paramedico dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma “per la professionalità, la competenza, la gentilezza e l’umanità con cui si relazionano con i piccoli pazienti, i genitori e i familiari tutti”. Infine, un pensiero di gratitudine lo rivolgono a “quanti hanno sperato, pregato insieme a noi incessantemente per la buona riuscita della malattia e degli interventi. Grazie. Grazie. Infinite grazie. Saremo sempre riconoscenti e grati a tutti con immenso affetto”.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Condividi post:

Sottoscrivi

Popolare

Articoli Correlati
Articoli Correlati

Bandito il concorso per ufficiali del ruolo tecnico dell’Arma dei Carabinieri

Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri fa sapere che...

Israele – Anche il Nunzio Apostolico bloccato dall’esercito israeliano

Incredibile, questa mattina, monsignor Adolfo Tito Yllana, Nunzio Apostolico...

Cenano e vanno via senza pagare

Si siedono a tavola, consumano un luculliano pasto e...

Ammette le sue responsabilità la moglie del capogruppo Pd alla Regione Puglia

Nonostante, le dimissioni di quattro giorni fa, l’ammissione di...