‘Modello Italia’: serietà, affidabilità e crescita per far ripartire l’economia europea

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Cambiare l’Europa è possibile, bisogna crederci e, soprattutto, essere credibili. Per questo l’Italia del governo Meloni può essere un esempio: non solo la destra ha sempre parlato della necessità di immaginare un’Europa diversa, anche dal punto di vista delle politiche economiche, ma quando è stata chiamata alla sfida ha dimostrato di poterlo fare. L’esempio è il Pnrr. Dicevano che non si poteva cambiare, e invece  c’è stato un passaggio molto importante, quello dell’approvazione di una revisione tecnica concordata con la Commissione europea.

Ylenja Lucaselli, deputata Fdi,  ricorda come la politica economica europea improntata all’austerity, che dovrebbe servire a portare i bilanci delle Nazioni in equilibrio, non si sia dimostrata all’altezza delle esigenze di molti Stati membri e, anzi, abbia prodotto maggiore tassazione e disuguaglianze sociali: ‘I fatti dimostrano invece l’efficacia del diverso modo di procedere messo in campo con le politiche del governo Meloni, che hanno come obiettivo principale quello di mettere a posto i conti pubblici devastati dai precedenti governi ma continuando a operare per una vera crescita. E prova ne sono – ha aggiunto la deputata – gli oltre 500mila nuovi posti di lavoro, l’abbattimento delle tasse, il contenimento dell’inflazione, il piazzamento dei Bpt italiani nel panorama economico europeo’.

‘Quando diciamo che ‘L’Italia cambia l’Europa’ noi diciamo che si sta in Europa senza cedere all’ineluttabilità di quello che dice l’Europa. Invece di ‘ce lo chiede l’Europa’ noi diciamo ‘lo chiediamo all’Europa’. E quello che chiediamo è di considerare le peculiarità degli Stati membri.  Una postura che è resa possibile dalla credibilità e dalla stabilità che il governo Meloni hanno saputo trasmettere ai partner europei e che sono state determinanti per raggiungere obiettivi come la revisione del Pnrr.  La riuscita o meno del Pnrr italiano rappresenta la possibilità o meno per rendere credibile lo strumento. Quindi, per poter immaginare un dialogo con le istituzioni europee e con gli altri Stati membri nel condividere un indebitamento comune sugli obiettivi che devono essere portati avanti e realizzati’,  ha avvertito Fitto, spiegando che ‘poter rivendicare strumenti di indebitamento comune per un Paese come il nostro, che ha un grande debito, penso che sia una strada possibile, a condizione che si abbia la capacità di dimostrare la qualità della spesa. Perché se la qualità della spesa è positiva, così come stiamo facendo, noi abbiamo un sistema virtuoso, che interviene positivamente sulla crescita e ci consente di rientrare dal debito. Diversamente questo problema non sarà risolto in alcun modo. E quello che il governo sta facendo con serietà e credibilità nelle istituzioni europee va esattamente in questa direzione’

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