Molfetta(Ba) – Uccisa in discoteca a 19 anni la nipote di un pentito

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Pur essendo incensurata, la morte della 19enne Tonia Lopez, è legata agli ambienti della malavita mafiosa barese. La ragazza, intorno alle 2,45 della scorsa è stata uccisa mentre ballava sulla pista da ballo del “Bahia”, di Molfetta. A ucciderla un sicario armato di mitraglietta che, una volta entrato nel locale da ballo, incurante della presenza di tanta altra gente, ha iniziato a sparare all’impazzata con una mitraglietta che, presumibilmente, all’ingresso della discoteca nascondeva sotto un giubbino. La prima a cadere mortalmente al suolo è stata la giovane ragazza che viveva nel popoloso quartiere di “San Girolamo” a Bari, a pochi chilometri da dove ha trovato la morte. Gli altri proiettili hanno finito per ferire, non mortalmente, altri quattro ragazzi che pare si trovassero con lei, in quel momento, in discoteca. Il sicario, sembra un solo uomo, non ancora identificato, nell’agguato mortale ha ferito, anche, il ventenne Eugenio Palermiti, già noto alle forze dell’ordine e nipote del boss dell’omonimo clan noto negli ambienti della malavita, guarda caso, con il nomignolo “u’ nonn”. Gli altri tre feriti, tutti baresi, anche loro non sconosciuti alle forze dell’ordine, sono il ventiseienne Davide Rana, il ventiduenne Giammarco Ceglie e il 19enne Francesco Crudele. Dalla prima ricostruzione dei fati sembrerebbe che il principale obiettivo del sicario sarebbe stata proprio la vittima colpita mortalmente. Secondo le risultanze delle prime indagini, non si esclude che chi ha sparato potesse essere, al momento dell’agguato, sotto effetto di sostanze stupefacenti, al punto di non accorgersi di aver ucciso solo la ragazza e lasciato feriti a terra gli altri quattro ragazzi. I quattro feriti, dopo essere stati trasportati nei vicini ospedali “Di Venere” di Carbonara e Policlinico del capoluogo pugliese e, per essere medicati, nel corso di tutta la giornata di ieri sono stati interrogati dagli investigatori del comando provinciale dei carabinieri di Bari, su delega della Direzione distrettuale antimafia barese. Al momento vengono presi in esame i filmati delle telecamere di video sorveglianze della zona per cercare di individuare l’autore dell’omicidio e del quadruplice tentato omicidio. Un altro approfondito esame gli investigatori lo stanno effettuando sui proiettili per cercare di capire se quell’arma è stata utilizzata in un altro fatto di sangue negli ultimi tempi. Stamattina mattina “San Girolamo”, il quartiere dove abitava la 19enne Antonia Lopez, a prima vista sembrava vivere una normale  tranquilla domenica di fine estate con tanta gente che passeggiava sul lungomare, diverse persone sulla spiaggia che prendevano il sole e facevano il bagno. Sui balconi i panni sciorinati, le tende delle finestre aperte che svolazzavano sospinte dal leggero venticello di maestrale. Un’aria diversa si percepiva davanti ai diversi bar e locali di ritrovo privati del quartiere dove la notizia dell’assassinio della ragazza era già arrivata e serpeggiava a bassa voce tra i clienti e gli assidui frequentatori, quasi in un clima di timore omertoso, più che di rispetto o di lutto. La vittima era una ragazza conosciuta nella zona ma non ritenuta organica a nessun clan malavitoso della città anche se, pare frequentava ragazzi della sua età già conosciuti alle forze dell’ordine. Un clima, invece, tutt’altro che introverso quello che dalle prime ore della mattina fino al tardo pomeriggio di ieri si respirava e percepiva nei pressi dell’obitorio all’interno del policlinico di Bari dove è stata trasportata la salma in attesa dell’esame autoptico disposto dagli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia che sta procedendo sul caso. Oltre un centinaio di persone, per lo più giovani amici della vittima, ma anche diversi familiari, hanno affollato il viale antistante le camere mortuarie del nosocomio barese. Seduti sui cordoli dei marciapiedi decine e decine di giovani amici della vittima dai tempi della scuola. “Era una brava ragazza” ripeteva singhiozzando nel pianto, una ragazza appoggiata con il corpo sul muro. “Tonia era una brava ragazza, sempre disponibile con tutti e con tanta voglia di vivere”, urlava piangendo all’esterno dell’obitorio del Policlinico di Bari, Maria sua amica d’infanzia e di scuola, alla quale rispondeva un giovane ventenne dicendole “con quelle persone(forse riferendosi agli altri quattro feriti) questa cosa poteva succedere ovunque e in qualsiasi momento”. Mentre amici e parenti di Tonia Lopez piangevano la morte della donna, al pronto soccorso del policlinico, Eugenio Palermiti, appresa la notizia della morte della giovane, è andato in escandescenza inveendo contro il personale sanitario per poi scaricare tutta la sua rabbia contro un computer dell’ambulatorio danneggiandolo. Il giovane rampollo dei Palermiti, ,mentre i medici lo stavano medicando, ha avuto un improvviso scatto d’ira che lo avrebbe portato a urlare prima e scaraventarsi poi contro il computer, rompendolo. Solo l’intervento dei medici è riuscito a calmare il giovane. Altri due feriti sono stati ricoverati nei reparti di Ortopedia Chirurgia plastica del nosocomio barese. Le loro condizioni non sono gravi. Uno ha riportato la frattura di un gomito, un altro ha problemi ad un ginocchio dovuti alla probabile presenza di frammenti di un proiettile mentre il terzo ha una ferita a un avanbraccio. Dalle indagini è emerso che la vittima era la nipote di due personaggi di spicco della criminalità barese. La vittima era la nipote del trentenne Francesco Lopez, detto “u click” che, a ottobre del 2021, divenne collaboratore di giustizia che, dopo aver prestato i servigi per il sodalizio “Mercante-Diomede”, passò nei ranghi del clan dei Telegrafo, prima di pentirsi. Il pentimento di Francesco avvenne poche settimane dopo l’omicidio del fratello e quindi altro zio di Tonia, il 29 settembre dello steso anno, quando il 31enne Ivan Lopez venne ucciso in un agguato con sei colpi di pistola mentre rincasava a bordo di un monopattino elettrico sul lungomare IX maggio di Bari, al quartiere San Girolamo. Per gli inquirenti, quell’omicidio sarebbe ascrivibile alla mano degli uomini del clan mafioso Capriati, di Bari vecchia, e del clan Parisi-Palermiti del quartiere Japigia, in lotta con gli esponenti del clan Strisciuglio che detenevano il controllo del i quartieri San Paolo e San Girolamo. Per l’omicidio di Ivan Lopez, al momento, sono alla sbarra il trentenne Davide Lepore e il 28enne Giovanni Didonna che vengono accusati di omicidio pluriaggravato in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso. 

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