Monaco – L’Europa resta a casa nelle trattative di pace per l’Ucraina. Macron pensa di riunire i leader all’Eliseo

Il “Trump Team” colpisce ancora e quel che è peggio a casa dell’impiccato sembra nessun problema. Non ci sono dubbi. Per la Casa Bianca, con tutta probabilità su richiesta del Cremlino, L’Unione Europea non deve partecipare ai negoziati per la pace tra Ucraina e Russia. La cosa era nell’aria già da diversi giorni, ma a ufficializzarla ci ha pensato il Segretario di Stato, Marco Rubio che non ha usato mezzi termini alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco che ha approfittato dell’occasione anche per sostenere il candidato dell’estrema destra alle prossime elezioni politiche tedesche. Il vecchio continente non parteciperà al processo di stabilizzazione dell’area e l’Ue va in fibrillazione. Solo la Polonia sembra digerire questo diktat mentre il solito Macron cerca di trarre un vantaggio da questa situazione auto proponendosi per organizzare un vertice a Parigi di tutti i leader dei Paesi aderenti all’Unione al quale far partecipare il vertice Nato. Uno schiaffo su entrambe le guance sul volto del soggetto politico impersonato dalla von der Leyen. Su una guancia ha infierito il palmo a stelle e strisce e sull’altro quello della ex repubblica sovietica. L’Unione europea è di troppo? È inopportuna? È insignificante? Certamente non è gradita ai due super colossi dell’egemonia politica del pianeta. Un vero e proprio disastro, anzi un fallimento geo-politico di dimensioni cosmiche reo possibile grazie alla “smidollatezza” politica della rappresentatività istituzionale, quella stessa rappresentatività istituzionale che, negli ultimi due anni, oltre ad aver drenato fiumi di risorse verso Kiev non ha lesinato la vicinanza al presidente Ucraino, invitato, financo al G7 pugliese di Giorgia Meloni. Una situazione che relega, senza mezzi termini, l’Ue al ruolo di spettatore pagante di una performance della quale avrebbe voluto essere protagonista. Povera Europa, anzi, meglio poveri europei che sono rappresentati da gente che non sa imporre la dignità del dovuto riconoscimento istituzionale neanche a pochi passi da casa in un contesto dove ha messo, senza mezzi fronzoli, la faccia, perdendola, e denari, nell’utopica e cinica aspettativa ricostruttiva, sperperandoli.