Ad agosto del 2021, Marc Fogel, 66enne, insegnante originario della Pennsylvania fu arrestato in Russia con l’accusa di aver portato marijuana terapeutica nel Paese. Dieci mesi dopo, Fogel venne condannato a scontare una pena di 14 anni di reclusione. Gli Stati Uniti, a fine 2024 classificarono la posizione del concittadino come “detenuto ingiustamente”. All’indomani del suo insediamento alla Casa Bianca, il presidente Trump avviò una trattativa con il Cremlino per la liberazione di Fogel. La mediazione venne affidata all’inviato speciale Steve Witkoff. Dopo poche settimane di trattative l’uomo è stato liberato, ieri e riportato a casa. Dallo staff presidenziale statunitense hanno fatto sapere che “il presidente Trump, l’inviato speciale Steve Witkoff e i consiglieri hanno negoziato uno scambio che serve come dimostrazione di buona fede da parte dei russi e come segno che ci stiamo muovendo nella giusta direzione per porre fine alla brutale e terribile guerra in Ucraina”. Marc Fogel al suo arrivo nel paese a stelle e strisce è stato ricevuto nello studio ovale dal presidente Trump che non ha fatto alcun cenno se per la liberazione del prigionieri sia intercorsa una telefonata diretta con il presidente russo Vladimir Putin. Per Trump “è stata mantenuta la promessa con il raggiungimento di accordi equi, molto, molto equi, molto ragionevoli. Non sono accordi come quelli che si sono visti negli anni. Sono stati molto equi”. Al momento non è dato sapere qual è stata la contropartita fornita dagli Stati Uniti abbiano in cambio del rilascio di Fogel.