Il 95% dei fondali nella zona protetta di Portofino è ricoperto da mucillagine. Lo dichiara Greenpeace nell’ambito delle operazioni “Mare Caldo”, realizzate in collaborazione con l’università di Genova: se la sostanza dovesse rimanere sui fondali fino a fine estate, finirà per intaccare i processi fisiologici di alcune specie marine (anche a rischio di estinzione) o per soffocarne meccanicamente altre (bivalvi, per lo più).
La mucillagine, di per sé, non è tossica, né tantomeno rappresenta un sintomo diretto di inquinamento: si tratta di zuccheri per lo più, polisaccaridi che tengono uniti altri microrganismi e detriti presenti in mare. Un agglomerato di sostanze organiche prodotte da microalghe e cianobatteri, ma nel Mediterraneo a causare queste concentrazioni di mucillagine è un organismo unicellulare in particolare, con il nome scientifico di “Gonyaulax fragilis” e molto presente nel Mar Adriatico.
Questo spiega perché l’invasione degli ultimi giorni sia partita proprio da lì, ma non fornisce alcuna interpretazione alle concentrazioni di mucillagine registrate quest’anno. O meglio: si tratta di una sostanza sempre esistita, per di più prodotto di un sano svolgimento biologico, ma solo quest’anno è arrivata ad intaccare la fisiologia di altri organismi viventi. Purtroppo, per quanto non direttamente connessa all’inquinamento, la produzione di mucillagine è molto facilitata dal calore. Infatti, normalmente, le sue concentrazioni aumentano verso la fine della stagione, con la comparsa del termoclino estivo; uno strato d’acqua che suddivide la superficie dalle profondità marine, soggetto continuamente a cambi repentini di temperatura.
Quindi: se è vero che ai bagnanti la mucillagine non può provocare nulla, se non un vago ribrezzo, è anche vero che il fenomeno di quest’estate va interpretato come un serio allarme. Il Mediterraneo, mare chiuso, già di per sé caldo, ha raggiunto temperature ostili alla fauna marina. Le Gorgonie sono la specie che ha sofferto di più nell’area di Portofino: sono completamente ricoperte da mucillagini al di sopra dei trenta metri di profondità ma, data la tendenza della sostanza a “cadere” per effetto della gravità, si pensa che la situazione possa ancora peggiorare. Greenpeace si sta impegnando nell’istituzione di più aree marine protette possibili, attività individuata come l’unica possibile ed efficace per la salvaguardia del nostro mare.