Sono ormai passati anni da quando lo IEO (Istituto europeo di oncologia) di Milano ha progettato il naso elettronico in collaborazione con l’Università Tor Vergata di Roma, ma è la prima volta che viene testato nella sua aggiornata e ancor più efficace versione: diagnosticare il cancro polmonare in maniera non invasiva e ad uno stadio iniziale, quando le possibilità di guarigione raggiungono l’80%, adesso è possibile. Secondo gli studi pubblicati sul Journal of Breath Research, il macchinario è in grado di discriminare pazienti sani da quelli a rischio, con un’accuratezza del 92%, in un solo respiro.
Il funzionamento è semplice: ci sono più di 3000 componenti organiche volatili (VOC) all’interno di un singolo respiro umano che sono, in qualche modo, legate ai processi biochimici del corpo; alcune di queste, vengono prodotte dalle cellule tumorali. Il naso elettronico, poco più di un tubo di plastica se visto dall’esterno, è dotato di otto sensori calibrati su diversi tipi di VOC; non appena ne riconosce uno, questo manda un segnale al computer, che si occupa di analizzare i dati in poco tempo.
Il cancro ai polmoni, come è anche riportato nella ricerca, è tra i più frequenti e più letali al mondo; solo in Italia, gli si attribuisce il 18% del totale delle morti per cancro. I classici metodi di diagnosi sono invasivi e richiedono molto tempo per il responso, il che li rende inadatti per un necessario screening ad ampio raggio; il sogno è quello di trovare un naso elettronico in ogni farmacia e studio medico. Quella che fornisce il macchinario non è una diagnosi certa, ma permette al medico di indirizzare le analisi necessarie e di agire tempestivamente su una malattia tanto mortale quanto più tempo le viene lasciato per diffondersi.