L’amministrazione carceraria è finita sotto i riflettori sindacali per deportato venti poliziotti dalle carceri minorili agli adulti, di cui sei unità di queste, dal carcere minorile “Fornelli” di Bari. Un’assemblea generale straordinaria con la partecipazione di tutto il personale di polizia penitenziaria delle carceri minorili di Bari “Fornelli” è stata indetta, dalla segreteria generale nazionale Co.s.p. e presidenza nazionale Conaippe, per contestare, valutare ed assumere le iniziative sindacali per legge di polizia attuabili contro la “deportazione”. Per il sindacato il provvedimento con cui sei poliziotti, sarebbero stati, tempestivamente sposati, sarebbe discutibile, autoritario e unilaterale. Si tratta di padri di famiglia in condizioni di salute non ancora determinate per alcuni dalla CMO, la Commissione Medica Ospedaliera Pugliese di Bari, a cui viene imposto il trasferimento d’ufficio verso il carcere adulti del capoluogo pugliese senza per altro allegare le motivazioni. Tra i sei destinatari della decisione ci sono, anche, agenti che, l’estate scorsa, in condizioni di criticità durante alcune rivolte, sommosse, incendi, e tentativi di fuga dei detenuti hanno affrontato e risolto la vicenda, da soli, ponendo a rischio della propria vita. A questi, oggi, invece di vedersi conferire una medaglia o un ringraziamento dalla loro amministrazione o dal Ministro Nordio, ricevono un discutibile inaspettato trasferimento. Contro questa decisione il COSP, il Coordinamento Sindacale Penitenziaria, e la CON.A.I.P.PE., la Confederazione Autonoma Italiana Polizia Penitenziaria promettono battaglia con ogni mezzo civile, democratico, sindacale e legale questa contrapponendosi a questa inaudita forma di autoritarismo che ci riporta indietro di 34 anni, rispetto alla pre-riforma del Corpo.