Nordio sugli arresti di Toti: ‘Sono perplesso dai tempi della misura cautelare’

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Gli arresti domiciliari scattati questa per Giovanni Toti con l’accusa di corruzione, lasciano “perplesso” il ministro della Giustizia ed ex magistrato Carlo Nordio. “Ero a Napoli, ho saputo di questa cosa in automobile, non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza”, premette il Guardasigilli parlando a margine degli Stati Generali dei commercialisti.

Con la consueta franchezza Nordio avanza dubbi tecnici sul provvedimento adottato per il governatore della Regione Liguria: “Mi è sembrato di capire che si tratta però di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l’inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro. Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini. Tenuto conto che il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato sono motivi per cui si può arrestare. Elementi, che è difficile possano ancora sussistere dopo tanti anni dall’evento che si è verificato e dalle indagini. A me non piacciono le frasi fatte, io preferisco tener presente il principio di presunzione di innocenza e dell’esistenza dell’impugnazione. Le mie perplessità non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare rispetto all’imminenza delle elezioni, anche perché in Italia si vota molto spesso. Se ho delle perplessità tecniche riguardano una misura rispetto al tempo in cui è stato commesso il reato ed è iniziata l’indagine’.

Dal Nazareno, Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd, polemizza  con il governo e con l’inquilino di largo Arenula: ‘Da Nordio parole sorprendenti, ricorda di essere ancora ministro della giustizia?  . Per quanto entrano nel merito dell’inchiesta, sconcertano le affermazioni del guardasigilli. Sembrano quelle della difesa del presidente Toti non certo di chi dovrebbe agire con leale collaborazione istituzionale’.

L’articolo 138 del Codice penale prevede che il reato di corruzione per l’esercizio della funzione di un pubblico ufficiale sia punito con la reclusione “da tre a otto anni”. Per quanto riguarda invece il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio la pena massima prevista dall’articolo 139 del Codice penale è “la reclusione da sei a dieci anni”. Al momento, comunque, Toti è solamente indagato: se la Procura dovesse poi chiedere il rinvio a giudizio, sarà il Gip a decidere se ci siano le basi per andare a processo. Solo in quel momento si inizierà a parlare di possibili assoluzioni o condanne.

Per quanto riguarda la gestione della Regione, il vicepresidente della  Liguria Alessandro Piana “sostituirà pro tempore in tutte le sue funzioni e nella pienezza dei poteri il presidente Giovanni Toti, agli arresti domiciliari per corruzione”. Lo ha comunicato l’ente stesso in una nota, ribadendo la sua vicinanza al governatore. “Siamo certi che abbia sempre agito nell’esclusivo interesse della Liguria. Auspichiamo che venga fatta chiarezza al più presto e che il presidente possa così dimostrare la sua più totale estraneità ai fatti contestati”, ha dichiarato Piana.

Al momento quindi non scatterebbero in automatico le dimissioni del governatore. La Legge Severino, infatti, prevede la sospensione di diritto, per un periodo di diciotto mesi, dalla carica regionale a seguito dell’applicazione di misure coercitive cautelari come gli arresti domiciliari.

Immediata la reazione del presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi alla notizia dell’arresto di Toti: “Abbiamo fiducia nella magistratura e siamo garantisti, sempre: siamo certi che il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti saprà dimostrare la sua innocenza”. A difesa del governatore ligure è intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini: “Non mi basta l’iniziativa di un giudice per sentenziare che qualcuno a Bari o a Genova è una persona per male. Quindi, conto che si faccia chiarezza il prima possibile. Si è innocenti fino a prova contraria”, ha affermato il vicepremier.

“È dal 2020, totalmente inascoltato, in solitudine, che denuncio questa situazione. Avevo anche portato gli elementi ai carabinieri”, ha dichiarato invece Ferruccio Sansa, consigliere regionale ed ex sfidante di Toti alle ultime regionali. “C’è una colossale questione di inopportunità e di conflitto di interessi tra i finanziatori della Regione e di Toti, a partire da Esselunga, e le decisioni e le autorizzazioni che la Regione concede. È ovvio che Toti deve dimettersi, anche per difendersi”.

Sul caso è intervenuto anche Giuseppe Antoci, capolista del Movimento Cinque Stelle alle elezioni europee per la circoscrizione Isole: “È l’ennesimo colpo alle istituzioni e ai cittadini. L’ipotesi di reato è sconcertante, stando a quanto emerge stamani. Non si può restare impassibile innanzi all’ennesimo scandalo che si consuma in Italia. La questione morale – ha continuato – deve essere rilanciata con forza e urgenza”.

“Chiediamo che venga fatta piena chiarezza per la tutela dei cittadini liguri”, ha commentato la deputata di Azione Elena Bonetti. “Noi siamo all’opposizione di Toti e lo abbiamo fatto per ragioni politiche. Lasciamo lavorare le forze dell’ordine e la magistratura nel pieno rispetto del garantismo. Non è la politica che deve commentare”.

“Ovviamente noi siamo garantisti, quindi sino a quando le cose non si sapranno, non ci esprimiamo”, ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci in merito alla vicenda. “Noi faremo tutto il possibile, perché non si blocchino le istituzioni. Dal punto di vista umano non può che dispiacermi, però magari poi non c’è nulla, quindi è inutile fare questi commenti adesso”.

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