La Siria è ricascata in quello che Papa Francesco chiamo’ ” guerra mondiale a pezzi” . Il regime di Assad sembra di nuovo in via di dissoluzione come accadde durante la cosiddetta ‘ primavera araba’ ,. Le prossime settimane ci diranno se si tratti effettivamente della fine o di nuovo ci sarà un rimescolamento di carte. Una nuova spartizione di quello che resta del territorio della Siria. Quello che si sta delineando dipende da tre fattori essenziali. Il primo è lo scontro tra Israele e Iran perché per lo Stato ebraico l’obbiettivo è interrompere quel corridoio che connette Teheran al Mediterraneo via Damasco. Di qui si capisce perché continua l’ attacco ad Hezbollah, nonostante il ‘finto’ cessate il fuoco. Questo costringe Hezbollah ad allentare la difesa del regime siriano, per difendere Beirut. Israele in questa sua strategia è aiutato dagli Usa che nella parte orientale della Siria dove stanziano, cercano di aiutare i curdi e stroncare l’offensiva dello Stato islamico e conseguentemente ostacolare l’espansione turca verso l’ Eufrate. Il secondo riguarda la Turchia che da il suo appoggio militare ai jihadisti e nello stesso tempo tenta di assestare il colpo finale ai curdi del Pkk e occupare il territorio. Il terzo concerne la Russia e ha come conseguenza la guerra in Ucraina. Il regime siriano dal punto di vista strategico e geopolitico è il fiore all’ occhiello per Mosca, perché permette a Putin lo sbocco sul Mediterraneo, che in caso di sconfitta della Siria rischia di perdere. E il fatto che la Russia sia intervenuta in ritardo in difesa del regime di Assad è dipeso dall’ impegno del conflitto con l’ Ucraina. In effetti la priorità per Putin è la sconfitta di Kiev e il pericolo che questa definitivamente si incardini nella sfera d’influenza americana. Poi c’è la Cina che guarda con apprensione alla distruzione di territori europei e mediorientali , da loro considerati corridoi strategici per il commercio della nuova via della seta, da cui in parte dipende la fornitura alimentare ed energetica. Una delle possibili soluzioni a questa crisi dai mille risvolti, potrebbe essere la resa di al-Asad , favorita dai Russi , in cambio di una tregua in Ucraina, in questo caso favorita da Trump. Damasco di nuovo teatro di scontro delle grandi potenze .
Nuove spartizioni del resto della Siria
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