L’intelligenza artificiale ha fatto un nuovo, impressionante balzo in avanti. O1, l’ultimo modello sviluppato da OpenAI nell’ambito del Progetto Strawberry, ha superato il test Mensa con un punteggio di 120 punti di QI, ben al di sopra della media umana. Questo risultato non è solo un trionfo tecnologico, ma apre un vero e proprio vaso di Pandora di questioni etiche, filosofiche e pratiche.
O1 non è un semplice algoritmo, ma un’IA “pensante” che utilizza l’apprendimento per rinforzo e l’elaborazione a catena di pensiero per imitare il ragionamento umano. I suoi risultati sono stupefacenti: si posiziona nell’89° percentile in domande di livello dottorato e risolve l’83% dei problemi nell’esame di qualificazione delle Olimpiadi Internazionali di Matematica.
Questo successo solleva interrogativi profondi sul futuro dell’umanità e della tecnologia. Yuval Noah Harari, storico e filosofo, descrive l’IA come “la tecnologia più pericolosa che abbiamo mai creato”, sottolineando la sua capacità unica di operare con autonomia e di evolversi.
Il potenziale dell’AGI (Intelligenza Artificiale Generale) è vasto e promettente. Potrebbe rivoluzionare l’educazione, reinventare le industrie in chiave sostenibile, accelerare la ricerca scientifica e persino mediare conflitti umani. Tuttavia, se implementata impropriamente, questa tecnologia potrebbe anche produrre fake news più convincenti, favorire regimi totalitari e causare una massiccia distruzione di posti di lavoro.
La rapidità con cui le aziende Big Tech stanno spingendo l’IA nel mainstream solleva preoccupazioni. Mancano guardrail adeguati e i governi faticano a tenere il passo con la velocità dei cambiamenti. Per avere un’AGI veramente al servizio dell’umanità, servirebbe un’implementazione graduale in ambienti controllati, un allineamento chiaro con obiettivi determinati dall’uomo e un accordo comune tra i governi sui parametri di sviluppo.
Il successo di O1 nel test Mensa rappresenta una pietra miliare importante, ma come sottolinea Harari, c’è un pericolo implicito quando un’invenzione umana diventa un agente autonomo, capace di ignorare i suoi creatori nella sua ricerca di conoscenza e crescita.
La sfida che ci attende non è solo tecnologica, ma profondamente etica e filosofica. Come possiamo garantire che l’AGI rimanga allineata con i valori umani? Quale ruolo avrà l’umanità in un mondo dove le macchine possono superarci in “intelligenza”? Come possiamo sfruttare il potenziale dell’AGI minimizzando i rischi?
Il test Mensa superato da O1 è solo l’ennesimo segnale di una nuova era. La vera prova sarà come noi risponderemo a questa rivoluzione tecnologica. Dalla nostra risposta si vedrà, oltre ogni test, qual è la vera intelligenza di cui disponiamo come specie umana.