A un mese dal primo incontro con Giuseppe Valditara, oggi Gino Cecchettin, padre di Giulia, tornerà al ministero di viale Trastevere per la firma del protocollo d’intesa tra la fondazione intitolata alla figlia e il ministro dell’Istruzione e del Merito. Il progetto prevede azioni concrete per prevenire e combattere la violenza contro le donne a partire dal mondo della scuola. Si erano già incontrati lo scorso 4 dicembre, il giorno dopo la condanna all’ergastolo per Filippo Turetta per la morte di Giulia.
La Fondazione Giulia Cecchettin è un’iniziativa, nata dalla volontà di Gino, Elena e Davide per onorare la memoria di Giulia, figlia e sorella, e trasformare il dolore in un’opportunità per la società.
Con un forte impegno verso l’inclusione e la lotta contro la violenza di genere, la Fondazione si basa su valori fondamentali come integrità, onestà e rispetto dei diritti umani. Attraverso campagne di sensibilizzazione e progetti innovativi, mira a promuovere un cambiamento sociale e culturale, creando un ambiente in cui ogni individuo possa sentirsi al sicuro e valorizzato. Il loro lavoro è essenziale per costruire una comunità più giusta e solidale.
Giulia, la Luce che Illumina il Cammino
Giulia era una giovane donna piena di vita, speranza e amore. Il suo tragico destino non può essere vanificato; la sua luce continuerà a illuminare il cammino di coloro che combattono contro la violenza di genere.
Fondazione Giulia si propone di mantenere viva la sua memoria e di diffondere il suo messaggio di amore e speranza.
Combattere l’Invisibile Nemico
La violenza di genere è un nemico insidioso e spesso invisibile che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Con Fondazione Giulia ci impegniamo a portare questa violenza alla luce, a sensibilizzare l’opinione pubblica e a fornire sostegno a coloro che ne sono vittime.
“‘Abbiamo un obiettivo comune che è quello di combattere la violenza contro le donne. Da questo punto di vista ci interessa lavorare concretamente, seriamente. Il tema è troppo importante perché possa essere oggetto di strumentalizzazione di qualsiasi genere”, aveva detto il ministro Valditara dopo il colloquio durato un’ora. “Vogliamo lavorare insieme”, aveva spiegato illustrando i possibili interventi a partire da un protocollo fra la fondazione Cecchettin e il ministero. Azioni comuni che “passino fra l’altro anche dalla formazione dei docenti all’interno del percorso di educazione civica. Che prevede per la prima volta l’educazione al rispetto nei confronti delle donne. La raccolta di buone pratiche perché possano essere di ausilio anche all’interno delle scuole”.
Tra gli interventi l’utilizzo del peer tutoring e quindi delle testimonianze dei giovani e il monitoraggio dei risultati raggiunti. “È importante anche capire come questo percorso potrà essere migliorato nel suo divenire”, aveva chiarito il ministro. “Riteniamo che sia importante affermare la cultura del rispetto che è fondamentale. Ed è alla base di qualsiasi lotta contro ogni violenza e in particolare contro la violenza sulle donne. Affermare il valore del no, e qui le famiglie devono darci una mano, occorre un grande cambiamento culturale. Perché giovani non abituati al no rischiano di essere giovani che poi non sanno rispettare l’altro”.