Michele Santoro ha convocato una conferenza stampa nella redazione di Servizio Pubblico a Roma, per denunciare l’esclusione nella circoscrizione Nord-Ovest alle elezioni europee della lista ‘Pace Terra Dignità’, nata dal suo appello contro l’escalation delle armi nel cuore dell’Europa. L’ex giornalista Rai, è ben consapevole che tagliata fuori dal collegio più popoloso d’Italia, la lista avrebbe grosse difficoltà a raggiungere la soglia di sbarramento del 4%. Se infatti il ricorso di fronte al giudice amministrativo dovesse rivelarsi un flop, l’unica chance di superare l’ostacolo rimarrebbe quella di ottenere almeno il 5,6% dei voti nelle altre quattro circoscrizioni.
Michele Santoro, durante la conferenza stampa presso la Redazione Servizio Pubblico, è intervenuto sulla esclusione della lista Pace Terra Dignità al Nord Ovest: «Paradossalmente il nord ovest ha agito al contrario per un timbro mancante. Io mi chiedo ma noi possiamo continuare a parlare di morti sul lavoro e non succede niente? Il presidente della Repubblica deve continuare a celebrare questa messa stanca dicendo che è inaccettabile? I missili devono essere segreti o dobbiamo essere coinvolti in un dibattito in cui si comunicano i nostri obiettivi? Dobbiamo saltare in aria senza neanche sapere perché e dare la percezione alla gente di sapere ciò che sta succedendo in questo scandalo del giornalismo italiano che non racconta e non dice perché un timbro può bloccare una campagna elettorale?»
“Mi vergogno del fatto che un timbro” mancante “blocchi una lista e che non se ne parli. Si sta truccando questa campagna elettorale”, ha tuonato Santoro puntando l’indice contro la segretaria del Pd e contro il leader di Sinistra Italiana. “Cosa dice la Schlein? Cosa dice Fratoianni? Hanno qualcosa da dire?”, chiede provocatoriamente il giornalista sentenziando: “È un paese omertoso. Non è più sistema democratico”.
Per Santoro l’esclusione della sua lista “è uno scandalo anche del giornalismo italiano che non racconta”. Poi spiega: “Siamo in una fase in cui nostro paese deve prendere delle decisioni importanti. E la decisione è che stiamo partecipando a una guerra senza un dibattito pubblico né in Parlamento. Andate sui siti e la guerra non c’è”, aggiunge il giornalista. “Noi siamo qui per una operazione di verità, per tentare di fare riflettere gli italiani sulla posta in gioco. Noi non accetteremo il silenzio. Combatteremo”, promette, “fino all’ultimo respiro per esser presenti anche nel nord ovest”.