Parte la nuova legislatura europea tra tante difficoltà

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La squadra dei Commissari è di fatto al completo, ma a Bruxelles c’è la consapevolezza che la legislatura parte ed avrà tante difficoltà da affrontare e superare. Si prospetta un quinquennio tra i più difficili di sempre e con un’ agenda di rilievo: dalle dinamiche del mercato interno, alla concorrenza, alla politica commerciale, all’ agricoltura e all’ industria. Settori a cui rifare il look a fronte di una globalizzazione sempre più in discussione e l’ esigenza di recuperare competitività sui mercati internazionali. Su tutto svetta la sfida digitale, l’ innovazione tecnologica, tralasciando la politica estera con i suoi contrasti a proposito del conflitto russo- ucraino. Quello che occorre è un salto di qualità in termini di crescita economica e competitività, nonché un deciso superamento di regole di funzionamento obsolete e farraginose e del metodo di decisioni intergovernative. Tanti impegni vicini ed altri in prospettiva da affrontare con una maggioranza alquanto eterogenea alla quale si contrappone un’ opposizione sovranista e populista che se pur arginata alle elezioni di giugno , tenteranno di opporsi ad ogni iniziativa ambiziosa. Occorre un nuovo patto di stabilità che ponga mano alla lentezza di spesa dei fondi del Next Generation UE da parte degli Stati beneficiari , sicuramente occorrerà una proroga che vada oltre il 2026, ma anche alla crescita che è inferiore alle aspettative. In quanto alla Difesa gli Stati Uniti imporranno all’ Europa di impegnarsi di più al di là di chi sarà , a novembre, il prossimo inquilino della Casa Bianca. E’ un momento anche di fragilità politica ed economica dei Paesi più importanti, a cominciare dalla Germania, passando per la Francia e all’ Italia. I leader devono indicare gli obiettivi dei prossimi anni in costanza di due conflitti in corso, uno scenario che porta con sé imprevisti non facilmente calcolabili in anticipo. Le forze sovraniste, dal canto loro, continueranno ad opporsi al processo di integrazione che è diventato ormai una necessità. Un vero contrasto tra chi vuole e cerca di creare un futuro migliore e chi invece, puntando sulle paure e sulle frustrazioni, evoca scenari cupi e complottisti. Ha detto bene Draghi che andare avanti ancora una volta in ordine sparso, segnerà la fine dell’ Unione Europea.

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