Lo ha detto espressamente la nostra Premier a Donald Trump, durante l’ ora di colloquio nella villa del Presidente americano in Florida. Questo particolare filtra da alcune fonti dello staff di Trump. Il confronto si e allargato a vari temi e ha contribuito a rafforzare l’ impressione dell’ aspirazione di Meloni a volersi accreditare interlocutrice privilegiata del prossimo Presidente degli Stati Uniti d’ America. Si è discusso del conflitto in Ucraina e della necessità di aumentare le spese militari dei Paesi Nato, i dazi che il nuovo inquilino della Casa Bianca vorrebbe imporre alle merci importate dall’ Italia. Ma l’ argomento centrale è stato il caso della giornalista italiana detenuta in Iran e usata come merce di scambio per ottenere dal governo italiano la liberazione di Mohammed Abedini, ingegnere detenuto nel carcere di Opera a Milano, su mandato di Washington, con l’ accusa di aver fornito materiale tecnologico ai Pasdaran. Ed è questo il motivo del viaggio lampo di Giorgia Meloni, tenuto segreto persino al suo Ministro degli Esteri Antonio Tajani. Sembra ne fosse stata informata solo la von der Leyen con la quale la nostra Premier si sarebbe coordinata. Quindi la partenza improvvisa e in gran segreto è stata motivata dalle complicazioni nei negoziati per il rilascio di Sala , che si sono inevitabilmente intrecciati alla richiesta di estradizione di Abedini partita dagli Usa . La Meloni nel colloquio/confronto con Trump ha cercato di far leva su un particolare che è stato analizzato e approfondito dai tecnici del Ministero di Giustizia e di quello degli Esteri: la priorità sancita nella Costituzione dei diritti degli individui nella tradizione americana. Se salvare la vita di un cittadino americano è come salvare la vita della stessa nazione, questo deve valere anche per l’ Italia. In sintesi la nostra Presidente del Consiglio ha chiesto a Trump di chiudere un occhio. L’ intenzione del governo è quella di trovare una strada per evitare l’ estradizione di Abedini e di farlo il più presto possibile. A questo punto non si può escludere nulla nemmeno che il ministro di Giustizia, Nordio, possa disporre la revoca della misura cautelare in carcere , anche prima del 15 gennaio quando è attesa la pronuncia della Corte di appello di Milano sulla richiesta dei domiciliari avanzata dalla difesa dell’ ing iraniano e sempre che le condizioni di Sala in Iran imporranno questa scelta. Giorgia Meloni sa bene che Donald Trump nutre una sorta di avversione particolare nei confronti del regime di Teheran e potrebbe irrigidirsi sulle trattative. In sostanza il viaggio lampo in Florida è nato dalla necessità di relazionarsi con chi tra due settimane varcherà la soglia della Casa Bianca per assumere il comando degli Usa e anche dalla consapevolezza che il Presidente uscente Biden, non ha sostanzialmente spazi di manovra nei pochi giorni che ancora gli restano alla guida degli Usa. La Casa Bianca non intende rinunciare alla richiesta di estradizione di Abedini. Intanto Biden nel fine settimana sarà a Roma per incontrare il Papa, il Presidente Mattarella e la Premier e certamente si parlerà del caso Sala. Il caso Sala costituisce per l’ amministrazione americana un intralcio all’ agenda dura che il prossimo Presidente degli Usa , Donald Trump, dovrebbe avere nei confronti della Repubblica islamica.