Al primo posto della classifica del Worldvision Song Contest 2025, da qualche settimana c’è la canzone “Vengo anch’io. No, tu no” la canzone scritta da Fiorenzo Fiorentini, Dario Fo e Enzo Jannacci, pubblicata per la prima volta, nel febbraio del 1967 e oggi reintepretata dal trio di leader Giorgia Meloni-Volodymyr Zelenskyj- Abū Māzen con arrangiamenti imposti, per i primi due, niente poco di meno che da Vladimir Putin e Sergej Lavrov per il palcoscenico “russo-ucraino” e per il terzo da Donald Trump per la platea saudita del conflitto in Medio Oriente. Gli interpreti esclusi dai giochi dei tavoli internazionali si dovranno accontentare di cantare e basta.
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Al secondo posto un colossal della musica mondiale di Giuseppe Verdi, “Va Pensiero” interpretato da Matteo Salvini, con arrangiamenti di Matteo Piantedosi sul palco del Viminale.
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Al terzo scalino del podio c’è un’altra pietra miliare del pentagramma: “Imagine” scritta, nel 1971, da John Lennon e oggi interpretata dalla nuova “Carrà in versione mora” Elena Ethel Schlein, detta Elly con arrangiamenti di Stefano Bonacini e Vincenzo De Luca, sul palco di Palazzo Chigi.
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Nomination al quarto posto per “Nel Blu, dipinto di blu, nota come Volare”, scritta nel 1958 da Domenico Modugno e Johnny Dorelli e, oggi, interpretata da Niseem Osama Almasri con arrangiamenti, a più mani, di Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Francesco Lo Voi, interpretato a Tripoli.
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Quinto posto per il ritornello di Domenico Modugno: “Il vecchietto dove lo metto, dove lo metto non si sa. Mi dispiace non c’è posto, non c’è posto, per carità”, interpretato da Matteo Renzi e dedicato a Carlo Calenda.
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Sesto posto per un brano del 1974 de I Santo California: “Tornerò”, interpretato da Giuseppe Conte, sul palco di palazzo Chigi, auto arrangiato su ispirazione di Beppe Grillo.
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Al settimo posto, la canzone scritta, nel 1990 da Ron e cantata da Lucio Dalla: “Attenti al Lupo”, interpretata da Carlo Calenda sul palco della Leopolda con arrangiamento di Matteo Renzi.
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Ottava è l’intramontabile canzone, presentata al Festival di Sanremo il 1964, il cui testo fu composto da Mogol e la musica, oltre che ad essere interpretata da Bobby Solo: “Una lacrima sul viso”, ancora oggi interpretata da Elsa Fornero, con arrangiamento di Mario Monti.
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In penultima posizione della Top Ten c’è il successone scritto e interpretato, nel 1991, da Gino Paoli, “Eravamo quattro amici al bar”, oggi, interpretato da Meloni, Salvini, Tajani, Lupi con arrangiamento rosicante e inerte di Schlein, Conte, Renzi, Calenda e Bonelli.
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Ultima posizione, in tutti i sensi, per la canzone del 1965, di Gianni Morandi: “Non son degno di te”, oggi interpretata da Manuel Macron con arrangiamento di Ursula von der Leyen.
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