Il 14 febbraio di quest’anno, la costruzione del Ponte sullo Stretto è passata dalla fase “definitiva” a quella “esecutiva”: l’arrivo della valutazione ecologica-ambientale e del piano economico-finanziario erano previsti per la fine dell’estate, ma il Consiglio dei Ministri ha eliminato il termine ultimo del 31 luglio per l’approvazione del progetto esecutivo del Ponte. Nel pratico, questo significa che la realizzazione procederà per “fasi costruttive”, secondo approvazioni consecutive in fase d’opera. I motivi per cui si è resa necessaria la modifica del decreto legge n.35 sulle “disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria” vanno ricercati negli enormi problemi strutturali ed ambientali che da sempre caratterizzano il Ponte sullo Stretto: eccoli tutti.
Per primo, l’altezza: i 65 metri del ponte non permetterebbero il passaggio delle navi da crociera, alte anche 68 metri. Secondo il professor Domenico Gattuso, docente universitario, mancherebbero alcune informazioni cruciali per stabilire l’altezza reale del Ponte. In primis, specifiche sull’impalcato, che ai 65 metri previsti dal progetto toglierebbe circa una decina di metri; in secondo luogo ricerche sulle forti maree che hanno luogo nello Stretto. Per arrivare al porto di Gioia Tauro, se il Ponte non viene costruito a dovere, le navi dovranno circumnavigare tutta la Sicilia.
Inoltre, da uno studio geologico commissionato dal comune di Villa San Giovanni, ci sarebbero ben 5 faglie attive nella zona, di cui una proprio nell’aria di ancoraggio calabrese. L’Ispra ha catalogato delle mappe di faglie attive sulle quali, dopo il terremoto dell’Aquila, vige l’inedificabilità assoluta. Dalle mappe del progetto non è ancora chiaro, ma la società incaricata della costruzione dichiara di essere consapevole dell’esistenza delle faglie e di provvedere affinché niente venga costruito proprio lì sopra. L’ultima faglia scoperta sarebbe in grado di generare terremoti di magnitudo 7,1, il massimo che il Ponte può sopportare prima di crollare.
Contro il Ponte sullo Stretto, per come è stato presentato fino ad adesso, si sono schierati sia il comitato scientifico indipendente della Società Stretto di Messina sia il ministero dell’Ambiente, i quali hanno chiesto ulteriori specifiche anche e soprattutto sull’impatto ambientale dell’opera. Mancano valutazioni sulla qualità dell’aria e sulla dispersione di inquinanti in mare; mancano stime vere e proprie di quelli che saranno i vantaggi economici ed ambientali del progetto che, a quanto pare, arriveranno in corso d’opera. Con l’ultimo aggiornamento, le costruzioni sarebbero dovute iniziare entro la fine dell’anno, per avere un Ponte utilizzabile entro il 2032.