Prima intervista di Kamala Harris da candidata alla Casa Bianca

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La corsa alla Casa Bianca si è arricchita di un nuovo capitolo: la prima intervista rilasciata da Kamala Harris. Infatti, la candidata democratica, nella giornata del 29 agosto, ha risposto all’intervista promossa dalla Cnn.

Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali l’ascolto delle idee politiche, dei piani e dei programmi dei candidati assume sempre più importanza. Dopo la rinuncia alla candidatura dell’attuale presidente Joe Biden, Kamala Harris è scesa in campo per prendere il suo posto e  ha concesso il suo tempo per rispondere ad una serie di domande durante l’intervista condotta dalla Cnn. La candidata democratica ha promosso il suo pensiero su diversi temi, confermando un punto cruciale ovvero il suo ‘non essere cambiata’ rispetto ai valori e alle idee del passato.

Nel suo discorso Kamala Harris ha fornito risposte su temi importanti, dall’ambiente all’immigrazione alla politica estera. Riguardo all’ambiente, la candidata democratica ha espresso il suo favore verso il fracking, ovvero un metodo di estrazione degli idrocarburi partendo dalla fratturazione della roccia. Inoltre, ha dichiarato la volontà di attuare misure più severe sull‘immigrazione. A questo ha poi aggiunto il sostegno ad Israele e al suo diritto di risposta nei confronti di Hamas, affermando però che sta lavorando incessantemente per un cessate il fuoco. Tra gli aspetti più importanti citati dalla Harris la volontà di portare al centro dell’attenzione della politica il supporto alla classe media americana e la decisione di sfruttare la libertà di idee ed opinioni all’interno del governo, ipotizzando la presenza di un membro repubblicano nella sua squadra.

Harris ha tenuto a far presente che le sue posizioni non sono cambiate nella ‘promozione’ da vicepresidente a candidata: “I miei valori non sono cambiati, questa è la realtà”.

Una delle primissime rivelazioni è stata relativa al suo eventuale futuro governo, nel quale Harris vorrebbe nominare un esponente repubblicano, in quanto intende essere ‘la presidente di tutti gli americani. Ho trascorso la mia carriera invitando alla diversità di opinioni – ha sottolineato alla giornalista Dana Bash – Penso che sia importante avere persone al tavolo quando vengono prese alcune delle decisioni più importanti che hanno opinioni diverse, esperienze diverse. E penso che sarebbe a vantaggio del pubblico americano avere un membro del mio gabinetto che fosse un repubblicano’.

Harris non ha potuto non parlare del suo avversario, l’ex presidente Donald Trump. Seconda candidata donna di uno dei partiti principali, la dem non si è voluta soffermare sul tema degli insulti sessisti a lei riservati dal tycoon: ‘Stesso vecchio, stanco copione. Prossima domanda, per favore’, la risposta alla domanda di Bash.

Recentemente, Trump ha ricondiviso sul social Truth un post che accusa la sfidante di aver sfruttato favori sessuali per ‘scalare’ la politica. L’immagine – creata da un altro utente – vede ritratte Hillary Clinton ed Harris, con la frase ‘è divertente come i p… abbiano avuto un impatto diverso sulle loro carriere’, con un riferimento allo scandalo Lewinsky.

‘Sono incrollabile nel mio impegno per la difesa di Israele e la sua capacità di difendersi. E questo non cambierà – ha dichiarato la candidata democratica a una domanda sul conflitto tra Israele e Palestina – Dobbiamo raggiungere un accordo che riguardi la liberazione degli ostaggi’. Harris ha tuttavia sottolineato che ‘il modo in cui Israele si difende è importante’.

La vicepresidente ha menzionato la sua ‘seria preoccupazione’ per la devastazione di Gaza, espressa – come ricordato – anche direttamente al premier israeliano Benjamin Netanyahu.  Per quanto riguarda una soluzione a lungo termine, Harris si è chiamata a favore dell’ipotesi dei due Stati: ‘Israele sarebbe sicuro e, in egual misura, i palestinesi avrebbero sicurezza, autodeterminazione e dignità’.

Un altro valore che per la vicepresidente non è cambiato è quello della tutela dell’ambiente. ‘Abbiamo fissato degli obiettivi per gli Stati Uniti d’America e, per estensione, per il mondo, su quando dovremmo soddisfare determinati standard per la riduzione delle emissioni di gas serra, ad esempio’.

Cosa dicono i sondaggi

Anche sulla scia dell’euforia della convention, Kamala Harris è attualmente in testa su Donald Trump: i sondaggi del Wall Street Journal la vedono al 48%, contro il 47% del tycoon. Un dato che però è poco rilevante, considerando che negli Stati Uniti il vincitore del voto popolare non è automaticamente eletto presidente. Ma anche sul fronte dei grandi elettori – i delegati su base statale che eleggeranno formalmente il successore di Biden – Harris può sorridere: sta avanzando in tutti e sette gli stati in bilico, risultando in vantaggio o in un testa a testa contro il repubblicano.

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