Probabile “coalizione regionale “ in Medio Oriente

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Si sono susseguite due dichiarazioni drammatiche nelle ore successive al massiccio attacco di missili e droni iraniani verso Israele che ci danno l’idea di un quadro complesso ed in rapida evoluzione di tutta l’area mediorientale. La prima, sicuramente la più accattivante dal punto di vista strategico, riguarda le possibili alleanze diplomatiche/militari nella regione, resa dal Ministro Israeliano Gantz.” Costruiremo un’alleanza regionale ed esigeremo un prezzo nel modo e nel momento che ci conviene.” La seconda dal Ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir Abdollahian, secondo il quale la risposta iraniana all’attacco israeliano al consolato in Siria che ha eliminato alti ufficiali di Teheran, è terminata, salvo nuove aggressioni da parte di Israele. Ha anche reso noto che gli USA erano stati avvertiti dell’attacco. E questa è una ulteriore spiegazione circa le forti pressioni esercitate dalla Casa Bianca su Netanyahu, per dissuaderlo dall’ intento di una immediata ritorsione. La rivelazione a sorpresa di Gantz di una eventuale probabile colazione regionale contro l’Iran è avvalorata dal fatto che alle operazioni di difesa di Israele ha partecipato insieme agli USA e al Regno Unito anche la Giordania e potrebbe estendersi anche ad altri paesi arabi tra i quali l’Arabia Saudita con la quale Israele, prima dell’attacco di Hamas del 7 Ottobre 2023, stava chiudendo l’accordo. Stupefacente la partecipazione della Giordania alla coalizione anti Iran; basta solo ricordare che che si era scontrata con Israele nel 1948 e nel 1973, prima del trattato di pace del 1994. Alcune fonti accreditate sussurrano che Gantz parli di coalizione regionale perché lui stesso sembra averle dato vita con accordi non solo con là Giordania, ma anche con Marocco, Bahrein e altri Stati sui cui nomi regna il più stretto riserbo.Tutto in linea ovviamente con la sapiente regia degli Stati Uniti, che da anni cercano di favorire intese regionali per contrastare le ambizioni belliche di Iran e dei suoi alleati. Chiaramente l’obiettivo degli USA è quello di contenere la Cina, attraverso un patto sicurezza, già avviato con Gran Bretagna, Australia e Canada.E’ giunto il momento che l’asse sciita, Iran, Hezbollah, milizie in Siria e Yemen, per non parlare di Hamas, venga arginato e contrastato perché alla lunga finirebbe per minare l’influenza degli USA in Medio Oriente a favore di Russia e Cina. A quest’ultima non le parrebbe vero di assumere il ruolo di grande mediatore diplomatico in quell’area, ruolo svolto ininterrottamente dagli USA. Quindi una situazione in continua evoluzione ed appesa ad un filo che è nelle mani di Netanyahu che dovrà decidere quando e se rispondere all’attacco di Teheran.

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