Promosso da Graziano Delrio, il 18 gennaio a Milano il battesimo di Comunità Democratica

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La leadership di Elly Schlein alla guida del Partito Democratico si trova di fronte a una nuova sfida interna. Il 18 gennaio a Milano sarà ufficialmente presentata Comunità Democratica, un’iniziativa che punta a rappresentare la rinascita della corrente cattolica-democratica.

Graziano Delrio, promotore dell’iniziativa, ha spiegato che l’obiettivo di Comunità Democratica è quello di “far capire che la cultura politica dei cattolici democratici può dare molto al Paese, come in altri tornanti storici. Chiediamo una maggior accoglienza e spazio, nel Pd o anche fuori dal Pd”.
La tradizione dei cattolici democratici, un tempo pilastro dell’Ulivo e della sinistra moderata, appare oggi marginalizzata. La trasformazione del Pd in una forza schierata su posizioni più radicali e vicine alla Cgil, insieme alla scelta di declinare molti temi economici e sociali in chiave redistributiva, ha allontanato l’area moderata. Questo approccio, definito da alcuni osservatori come una “quercia diessina”, ha lasciato scoperti temi cruciali come la crescita economica, il supporto alle imprese, i diritti della famiglia e il ruolo del terzo settore.

Le parole di Graziano Delrio, come riportato da Libero Quotidiano, lasciano quindi aperta una doppia possibilità: operare all’interno del Pd o creare un nuovo soggetto politico. Tra i partecipanti all’evento, figurano nomi di peso come Romano Prodi, Pierluigi Castagnetti, erede della tradizione dei popolari, ed Ernesto Maria Ruffini, ex direttore dell’Agenzia delle Entrate.

A dicembre, al seminario dei cattolici democratici promosso all’Università Lumsa e dedicato all’impegno sociale nell’era della radicalità di Papa Francesco, Ernesto Maria Ruffini era quasi un ospite d’onore. Ma il 18 gennaio, al nuovo raduno organizzato a Milano nel Palazzo della Regione dagli ex Ppi, in prima linea Graziano Delrio, lo sarà ancora di più: sarà la sua “prima volta” dopo l’addio all’incarico di direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Nelle prossime settimane si chiarirà meglio quale ruolo svolgerà Ruffini in Comunità Democratica e se davvero l’ex direttore delle Entrate, figlio del politico e ministro Attilio Ruffini (nipote del cardinale e arcivescovo di Palermo Ernesto Ruffini), fratello minore del giornalista Paolo, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, amico di famiglia del presidente Sergio Mattarella, sarà il federatore del nuovo movimento. Dopo le dimissioni aveva detto: «Rivendico la libertà di parlare di bene comune». D’ora in avanti si vedrà se i cattolici democratici sapranno superare le divisioni e ritrovarsi intorno a lui. Se, in altre parole, un’altra Margherita – più giovane, più moderna – è destinata a sbocciare, rafforzando la sinistra in chiave anti-Meloni in un centro dove in tanti si agitano ma nessuno riesce a trasformarsi e centralizzarsi.

Come ogni movimento che si rispetti, anche Comunità Democratica ha i suoi referenti nel mondo della cultura e del sapere: una sorta di think tank capace di elaborare proposte concrete sui diversi dossier. I professori scelti per il panel sono Leonardo Becchetti, economista promotore del Manifesto per una Nuova economia civile, Elena Granata, docente di urbanistica al Politecnico di Milano e vicepresidente della Scuola di economia civile, e Mauro Magatti, ordinario di sociologia all’Università Cattolica. Non mancheranno gli esponenti delle associazioni del laicato cattolico, da Sant’Egidio alle Acli. «La cultura cattolica democratica – rivendica Delrio – è una cultura politica laica, che ha gli strumenti in grado di fare proposte forti e creative per affrontare i problemi del Paese, in un tornante storico per l’Italia e per l’Europa».

In calendario ci sono gli interventi di alcuni dei padri nobili dei cattolici di centrosinistra, come Romano Prodi (da remoto) e Pierluigi Castagnetti, oltre a un’ampia platea di amministratori locali, professori e associazioni. Il movimento ha già un nome: Comunità Democratica. «Vogliamo far capire che la cultura politica dei cattolici democratici può dare molto al Paese, come in altri tornanti storici», spiega Delrio. «Chiediamo una maggior accoglienza e spazio, nel Pd o anche fuori dal Pd».
In nuce c’è già una bozza di manifesto. Basta guardare alle priorità snocciolate da Delrio. In cima all’agenda i cattolici democratici mettono la crisi demografica: «Se non viene affrontata subito metterà in crisi tutto il welfare, dalle pensioni alla sanità». Sull’europeismo non si discute: «Rilanciamo un ritorno allo spirito coraggioso degasperiamo sull’Europa, con una cessione di sovranità; dall’altro lato intendiamo riproporre l’autonomismo di Sturzo, con un municipalismo spinto» alternativo al neo-centralismo delle Regioni. Un bel “no” all’autonomia differenziata sognata da Calderoli. Sullo sfondo, ma non troppo, i temi etici, intorno ai quali Delrio promette: «Siamo intenzionati a farci sentire».


I cattolici democratici, da sempre attenti a conciliare economia e dimensione umana, si trovano oggi a fare i conti con l’assenza di una strategia condivisa e con la necessità di ritrovare un’identità autonoma, capace di incidere nel dibattito politico.

La Schlein, segretaria del Pd, mantiene una strategia attendista, confidando che il consenso torni spontaneamente verso il suo partito. Tuttavia, l’approccio ambiguo su temi come la politica industriale, il rapporto con Stellantis e lo sviluppo economico potrebbe accentuare l’insoddisfazione di una parte dell’elettorato moderato.

Parallelamente, la recente assoluzione di Matteo Renzi ha dato nuovo slancio a Italia Viva, che guarda con interesse al dialogo con i cattolici del Pd. Tuttavia, la costruzione di una proposta politica solida richiede una leadership capace di affrontare le sfide dei tempi moderni, compresa la necessità di misurarsi con la comunicazione e la politica dei social.

Il futuro dei cattolici democratici dipenderà dalla loro capacità di rinnovarsi senza tradire le proprie radici. Non basteranno richiami alla tradizione di De Gasperi, Fanfani e Moro: serviranno idee chiare, leadership forte e una visione moderna, capace di coniugare equità sociale e competitività economica.

In un contesto internazionale segnato da conflitti e da grandi sfide geopolitiche, i cattolici democratici devono dimostrare di essere all’altezza della loro eredità storica. La loro sopravvivenza politica dipenderà dalla capacità di tradurre le idee in consenso e di diventare nuovamente una forza capace di incidere sul destino del Paese.

L’evento sarà aperto dall’ex sindaco di Brescia e consigliere regionale lombardo Emilio Del Bono. A seguire il collega Fabio Pizzul, che è anche presidente della Fondazione Ambrosianeum di Milano, e rappresentanti di altre Regioni, come il vicepresidente del Consiglio del Friuli-Venezia Giulia, l’ex senatore Francesco Russo, animatore di una rete di oltre 400 amministratori.

Questa mobilitazione solleva un interrogativo centrale: quale sarà il futuro rapporto tra questa corrente e il Partito Democratico?

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