L’insegnante e scrittore Christian Raimo, candidato alle Elezioni europee con Alleanza Verdi Sinistra, ha ricevuto un provvedimento disciplinare per aver criticato il ministro Giuseppe Valditara.
Christian Raimo è uno scrittore, traduttore e insegnante italiano. Nel 2008 consegue l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di filosofia e storia con le SSIS, disciplina che ha insegnato in diversi licei romani e nel 2012 ha superato il concorso ed è entrato in ruolo lo stesso anno. Ha lavorato e scritto per il cinema, la radio e la televisione. Ha fatto cabaret con un gruppo denominato I cavalieri del Tiè. Ha collaborato con diverse riviste letterarie (Liberatura, Elliot-narrazioni, Accattone, Il maleppeggio), quotidiani (il manifesto, Liberazione) e con la casa editrice romana Minimum fax. Con la stessa casa editrice ha pubblicato, nel 2001, la sua raccolta di racconti di esordio, ‘Latte’. Il suo primo romanzo, ‘Il peso della grazia’, è uscito nel 2012 per Einaudi. Ha scritto per il blog letterario Nazione Indiana, sul quale ha pubblicato numerosi articoli. È tra i fondatori ed è il coordinatore del blog letterario Minima&moralia; è inoltre collaboratore di Internazionale. Dal giugno 2018 al ottobre 2021 è stato assessore alla Cultura del III Municipio a Roma. Alle elezioni europee del 2024 si è candidato con Alleanza Verdi e Sinistra. È il fratello maggiore della scrittrice Veronica Raimo.
Ecco cosa gli è stato contestato.
“C’è una notizia che mi riguarda, che sarebbe grottesca, ridicola, se non fosse forse grave, e un po’ preoccupante. Mi è arrivata qualche giorno fa la notifica di un provvedimento disciplinare da parte dell’ufficio scolastico regionale, ossia del mio datore di lavoro, il ministero dell’istruzione e – sic – del merito”. Così in un post Christian Raimo, candidato alle prossime elezioni europee con Alleanza Verdi Sinistra, rende noto che il prossimo 21 maggio dovrà presentarsi nella sede dell’ufficio scolastico regionale del Lazio – dove andrà, racconta, accompagnato da un avvocato e il sostegno del sindacato, “che per fortuna mi appoggiano pro bono, credendo che questa sia una battaglia almeno di libertà per tutti” –
“Si può criticare un ministro?“, ha scritto Christian Raimo sulla sua pagina Facebook raccontando di aver ricevuto un provvedimento disciplinare “perché avrei violato il codice etico” per aver “criticato Valditara e offeso la reputazione del ministro. Dopo di che ha citato le parole di Donatella Di Cesare, docente dell’Università La Sapienza prosciolta dopo essere stata querelata dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: “Non sono solo. Per fortuna ci sono sindacati, la solidarietà di tante colleghe e colleghi”. “Purtroppo – ha concluso l’insegnante su Facebook – sanzioni, querele, provvedimenti disciplinari sono il modus operandi di un governo sempre più illiberale e antidemocratico”.
Le parole ‘incriminate’ di Raimo contro il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara risalgono ad un post pubblicato su Facebook dall’insegnate il 6 aprile 2024. Il contenuto faceva riferimento ad un’altra questione che ha visto il professore al centro delle polemiche avendo dichiarato in diretta tv: “I neonazisti vanno picchiati”. In questo post il professore, oltre a chiarire la sua posizione, lamentava il silenzio del ministro Valditara per le minacce subite in quei giorni di bufera mediatica.
Nel dettaglio, Christian Raimo aveva scritto: “Il ministro Valditara mostra quanto rischia di diventare violenta l’autorità, ma diciamo anche il potere, quando non ha autorevolezza né capacità di ascolto e di dialettica. Per le dichiarazioni che ho fatto in trasmissione – e non a scuola, ovviamente – ho ricevuto violente dichiarazioni minatorie di parlamentari leghisti e di Fratelli d’Italia. E striscioni di minacce di gruppi ultras neonazisti e gruppi di studenti di organizzazioni neofasciste con altri striscioni sotto scuola, tutti a volto coperto. Anche se famigliari, amici, colleghi, compagni, avvocati insistono che dovrei esserlo, io non sono preoccupato per le minacce personali, ma per il gioco democratico e il senso delle istituzioni”.
“Un ministro dovrebbe difendere tout-court un docente minacciato da gruppi neonazisti invece di avviare un approfondimento interno, e invece finisce proprio per accodarsi agli striscioni intimidatori, e lasciare che gli uffici scolastici regionali vengano usati in modo esattamente contrario alla loro funzione; non prendere parola invece quando davvero la violenza fisica viene esercitata sulla comunità scolastica, come è accaduto a Pisa poco più di un mese fa”.
Tecnicamente, nel provvedimento disciplinare contro Raimo vengono contestate violazioni del Codice etico dei dipendenti pubblici, con riferimento a 2 articoli in particolare, il 10 e l’11-ter, come riportato da ‘Il Corriere della Sera’.
Nel dettaglio, l’articolo 10 recita: “Nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative con pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, il dipendente non sfrutta, né menziona la posizione che ricopre nell’amministrazione per ottenere utilità che non gli spettino e non assume nessun altro comportamento che possa nuocere all’immagine dell’amministrazione”.
Mentre all’articolo 11-ter si legge: “Con riferimento all’utilizzo dei mezzi di informazione e dei social-media, inoltre, dispone che in ogni caso il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”.
Raimo, è anche noto per aver firmato nel 2004 un documento in cui si chiedeva la liberazione di Cesare Battisti e per aver difeso a spada tratta le ragioni dell’anarchico Alfredo Cospito e quelle di Ilaria Salis.
Il 6 aprile scorso, Raimo ha commentato in un lungo post la notizia dell’avvio di un approfondimento interno da parte dell’’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio in merito alle dichiarazioni da lui rilasciate durante la trasmissione “L’aria che tira” in cui aveva, in sostanza, detto che era giusto picchiare i neonazisti. Raimo contesta il ministro dell’Istruzione sul piano del metodo e del merito. Nel primo caso scrive che Valditara “mostra quanto rischia di diventare violenta l’autorità, ma diciamo anche il potere, quando non ha autorevolezza né capacità di ascolto e di dialettica”. E aggiunge: “Un ministro dovrebbe difendere tout-court un docente minacciato da gruppi neonazisti invece di avviare un approfondimento interno”. Secondo Raimo, Valditara si accoda così agli striscioni intimidatori, e lascia che “gli uffici scolastici regionali vengano usati in modo esattamente contrario alla loro funzione”. Ma non solo. Lo scrittore accusa il ministro di aver proferito parola “quando davvero la violenza fisica viene esercitata sulla comunità scolastica, come è accaduto a Pisa poco più di un mese fa”. Raimo, infine, si trincera dietro la libertà di insegnamento e, dopo aver citato vari politici e intellettuali antifascisti, conclude il suo lungo post con un velato attacco al ministro che invitava a partecipare alle celebrazioni per il 25 aprile: “È un militante della Lega, e mi sembra che il suo partito stia ritrovando la sua originaria ispirazione federalista e antifascista. Magari discuteremo dal vivo, da educatori, anche lui insegna e sa sicuramente riconoscere le virtù dell’elenchos socratico”.
L’aspirante parlamentare Ue aveva aggiunto: “Insegno ai miei studenti che la democrazia è arrivata da un’opposizione seria al nazismo”.
“Il provvedimento che mi riguarda non è mirato a Raimo ma è mirato alla libertà e professionalità di docente. Viene contestata la libera espressione del mio pensiero in un contesto extrascolastico e qui siamo alla negazione del nucleo fondante del pensiero liberale. Kant dice “io se c’è una legge che mi obbliga faccio il soldato e poi scrivo sulle riviste che sono contro la leva”. Quindi io posso benissimo rispondere ai miei doveri professionali ma posso criticare l’operato di un ministero. Non esiste un codice etico che sia contro questi principi basilari della Costituzione che sono perfino nello Statuto Albertino, tranne negli anni del fascismo. Che ci sia una censura della libertà di espressione è illiberale. Non stiamo parlando nemmeno di fascismo, qui parliamo essenzialmente di un contesto liberale democratico. Parliamo di quello che il liberalismo migliore ha fatto nel ‘700. Per me è un provvedimento assurdo, autocontraddittorio, ridicolo e assolutamente sintomatico di un orizzonte autoritario di questo governo”.
“Sono felicissimo di fare il lavoro che faccio, di fare il docente e di occuparmi di studio, scuola e educazione. Ho pubblicato un libro sulle disuguaglianze della scuola italiana, per Altreconomia un libro sulla scuola nella Resistenza, a settembre uscirà un libro per Laterza. Questa è la battaglia della mia vita: scuola democratica e lavoro democratico. Mi sono reso conto che di fronte agli attacchi sconsiderati a tutto questo un lavoro solo intellettuale in questo momento non basta e quindi ho deciso che questi 40, 50 giorni ci avrei messo il mio corpo per la mia candidatura e per le altre persone nella mia lista, soprattutto dopo che Avs ha candidato Ilaria Salis. Anche lei avrebbe continuato volentieri a fare la docente e l’attivista ma l’unico modo per poter continuare a fare il proprio lavoro in maniera libera e efficace è provare a lottare anche per gli altri. Non ho nessuna ambizione personale. Se vengo eletto le mie battaglie saranno ancora più efficaci altrimenti le continuo a fare come ho sempre fatto. La politica non è la mia vita, ho scritto un libro che racconta come molti partigiani dopo la sconfitta del fascismo hanno deciso di mettere il proprio impegno in classe: Mario Lodi, Aldo Pettini, Emma Castelnuovo”.
I conflitti, candidatura europea a parte, tra Christian Raimo e l’ordine scolastico, collegato ab initio al governo Meloni è sicuramente, e fuor di ogni dubbio, insanabile, visto che il Raimo è completamente infagottato di concetti legati al fascismo ed all’antifascismo, ovvero, fuor di ogni tempo e fuor di ogni storia. L’ipotesi di una possibile vittoria elettorale per Raimo e la Salis, a dire il vero, mi trasmette un forte disagio…