Quattro candidati per il governatorato dell’Emilia Romagna: si vota il 17 e 18 novembre

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Domenica 17 e lunedì 18 novembre in Emilia-Romagna si terranno le elezioni Regionali. I seggi saranno aperti la domenica dalle 7 alle 23 e il lunedì dalle 7 alle 15. Dopo verranno chiuse le urne e cominceranno le operazioni di spoglio delle schede. Sono quattro i candidati che si sfidano nella corsa alla presidenza dell’Emilia-Romagna: Michele De Pascale per il centrosinistra, Elena Ugolini per il centrodestra, Federico Serra con Potere al popolo, Pci e Rifondazione comunista, e il civico Luca Teodori. I cittadini dell’Emilia-Romagna saranno chiamati a eleggere il nuovo governatore che sostituirà l’uscente Stefano Bonaccini e a rinnovare il consiglio regionale. Per votare sarà necessario presentarsi ai seggi muniti di documento di riconoscimento e di tessera elettorale. Secondo gli ultimi sondaggi, a contendersi la carica di governatore saranno principalmente De Pascale e Ugolini, anche se il vantaggio del centrosinistra nella Regione, storica roccaforte rossa, è forte e consolidato. La legge elettorale regionale consente di esprimere fino a un massimo di due preferenze, purché riferite a candidati di genere di diverso, e sarà possibile anche il voto disgiunto (cioè scegliere di votare per un candidato presidente e una lista differente, a lui non collegata).

A sette giorni dal voto si conferma la missione ambiziosa ma possibile: cambiare il segno alla Regione dopo 54 anni di ininterrotto governo della sinistra.

“Cambiare si può”, è questo il filo rosso dell’intervento della premier che non rinuncia a fendenti all’indirizzo del sindaco di Bologna, stigmatizza il clima infuocato di queste ore di una sinistra che ha paura di perdere, “costretta a spiare dal buco della serratura. In molti dicono che il centrodestra, che Elena Ugolini non possono vincere. Guardate, la mia storia, la nostra storia, raccontano un’altra cosa. Raccontano che i pronostici possono essere stravolti. Lo abbiamo visto accadere molte volte. Dicevano anche che era impossibile che l’Italia avesse un governo di centrodestra che fosse guidato addirittura da una donna”, dice Meloni. “E sappiamo com’è andata a finire. Non so a quali camicie nere si riferisca il sindaco di Bologna perché le uniche camicie che ho visto io sono quelle blu dei poliziotti aggrediti dai centri sociali e dagli antagonisti amici della sinistra. Diffidate sempre di chi ha una faccia in pubblico e una faccia in privato. Perché io diffido di chi in privato mi chiede cortesemente collaborazione e invece a favore di telecamera mi accusa di essere una picchiatrice fascista. Perché se io fossi la fascista che il sindaco Lepore dice, allora lui non dovrebbe chiedermi collaborazione. Un po’ di coerenza, sindaco, un po’ di coerenza. Mettiamocela tutta allora”, ha concluso la premier, chiudendo con un “vi voglio bene, mi siete mancati da matti oggi”.

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