L’idea è quella di togliere le mani del governo dalla futura televisione pubblica, trasformando la Rai in una media company libera, autorevole, moderna, efficiente e concorrenziale.
Purtroppo per esaudire questo pio desiderio è necessario è necessario che tutti i partiti facciano un passo indietro da viale Mazzini. Realtà a dire il vero inverosimile perché si è sempre agito alla luce del manuale Cencelli e, per garantire una voce a tutti, si è sempre optato per la spartizione degli spazi in palinsesto e nei ruoli dirigenziali.
Una spinta arriva dalla presidente della commissione Vigilanza Barbara Floridia (in quota M5S) che ha organizzato gli Stati Generali a Palazzo Giustiniani con tantissimi esperti del settore, politici, personaggi televisivi, giornalisti. La due giorni è stata già bollata come una inutile e ipocrita passerella che si concluderà in un nulla di fatto. Anzi è stata descritta come uno scambio tra maggioranza e pentastellati in cambio di quei pochi voti mancanti per nominare il presidente della Rai (servono i due terzi dei voti della Vigilanza) nella persona di Simona Agnes: nell’attesa la presidenza è retta dal consigliere anziano Antonio Marano.
C’è comunque da sottolineare che una riforma va pensata, discussa ed approvata per aderire al Media Freedom Act, la legge europea sulla libertà nei media che entrerà in vigore nel 2025.
I più attivi sulla questione sono gli esponenti di Forza Italia che hanno convocato una conferenza stampa per presentare un disegno di legge per «derenzizzare» la Rai (fu Renzi a cambiare il sistema ponendo l’amministratore delegato direttamente sotto nomina del governo) e per riformare tutto il sistema delle comunicazioni.
«La nostra proposta – ha spiegato il presidente dei senatori azzurri Maurizio Gasparri – riguarda l’assetto della Rai per ribadire la centralità del Parlamento (tornando alla figura del direttore generale al posto dell’ad nominato dal governo), come dicono le sentenze della Corte Costituzionale, molto più precise del Freddom Act. Inoltre bisogna frenare i potentati della rete, che entrano nella televisione, nei giornali e nella pubblicità e pagano poche tasse. Noi vogliamo garantire equilibrio, tutelare la creatività, le tv e anche i media tradizionali».
Il testo degli azzurri per la riforma del sistema radiotelevisivo è depositata in Senato il 13 ottobre 2022 da Maurizio Gasparri che ne annuncia una nuova, che sarà depositata entro la fine dell’anno, per riformare l’intero sistema delle telecomunicazioni contro “i potentati della Rete” che entrano nelle tv, nei giornali e nella pubblicità “pagando poche tasse”.
È proprio il capogruppo forzista al Senato a ripresentare il ddl agli atti di Palazzo Madama e a spiegarne l’ulteriore novità. “La nostra proposta – dice durante la conferenza stampa con i colleghi di partito – non riguarda l’attuale cda, ma serve a cancellare le norme Renzi e le ‘bardature’ del Pd, incostituzionali, per tornare alla legge Gasparri: consiglieri eletti dal parlamento, il presidente che deve avere i due terzi e un direttore generale scelto dal governo ma che non è consigliere di amministrazione e ogni sua proposta votata dal cda che la può respingere”.
“Dobbiamo fare una legge che guardi al futuro” – continua l’autore della legge omonima sul sistema radiotelevisivo italiano del 2004, piena epoca berlusconiana – . I punti del testo che Forza Italia sta preparando avranno come oggetto: salvaguardare il ruolo dei media nazionali di cui va tutelata l’indipendenza e tutelando chiunque dal saccheggio digitale che fanno i colossi favoriti dalla tecnologia. “La vera tutela dell’indipendenza è dai ‘giganti del web’”, aggiunge Gasparri. Il testo dovrebbe disciplinare l’intero sistema delle comunicazioni, con l’obiettivo di “ribadire la centralità del Parlamento come dicono le sentenze della Consulta dal ’74”.
Anche le proposte presentate dagli altri partiti (Lega e M5S) mirano, con diverse soluzioni che chiamano in causa il presidente della Repubblica e la commissione Vigilanza, a restituire la scelta dei vertici Rai al Parlamento.
Il Pd con due distinte proposte chiede di costituire una fondazione indipendente con il compito di nominare il Cda che a sua volta sceglie i vertici. Fratelli d’Italia non presenterà proposte, ma intende raccogliere i vari pareri per poi formulare un progetto comune.
Cambio della governance Rai con il ritorno all’era pre-Renzi: ossia con i vertici indicati dal Parlamento che tornerebbe a nominare il cda, e non più dal Governo. Ma anche una proposta di riordino dell’intero sistema delle telecomunicazioni. L’uno-due di Forza Italia sul sistema radiotelevisivo e informativo arriva alla vigilia degli Stati generali sul servizio pubblico.
Il testo degli azzurri per la riforma del sistema radiotelevisivo è depositata in Senato il 13 ottobre 2022 da Maurizio Gasparri che ne annuncia una nuova, che sarà depositata entro la fine dell’anno, per riformare l’intero sistema delle telecomunicazioni contro “i potentati della Rete” che entrano nelle tv, nei giornali e nella pubblicità “pagando poche tasse”.