In Veneto i leghisti stanno creando una silenziosa mobilitazione per chiedere pubblicamente al governatore Luca Zaia di restare in campo guidando la Lega per le Regionali del prossimo autunno indicando il nome del suo successore anche se il centrodestra scegliesse un nome diverso. Gli sms scorrono a migliaia, in diverse province sono già state convocate riunioni per tirare le fila dell’appello corale a non lasciare la Regione simbolo del leghismo a un non leghista.
Il capogruppo in Consiglio regionale Alberto Villanova è stato chiaro: «Per noi la Regione è la linea del Piave. Non possiamo assolutamente perdere la guida di una regione identitaria e simbolo politico del nostro movimento. Ed è impossibile che il prossimo presidente, che speriamo sia ancora Zaia, non sia leghista. Il Veneto è la regione più autonomista d’Italia e la culla della Lega e del federalismo, non esiste che il presidente non sia della Lega: siamo pronti a tutto».
Il vice di Matteo Salvini, Alberto Stefani, ha fatto un tour delle sezioni leghiste in cui ha incontrato centinaia di militanti per ribadire lo stesso concetto: il Veneto deve rimanere leghista.
«Non dobbiamo — spiega un deputato — considerare la discussione chiusa con il no al terzo mandato. La stessa Giorgia Meloni ha detto che le aspettative di FdI vanno tenute in considerazione. Non ha detto “Siamo il primo partito e decidiamo da soli”. Come guida della coalizione, noi speriamo che non voglia umiliare un alleato e tenga conto della specificità veneta».
«Luca Zaia ha qualità ed esperienza per fare quello che vuole. Bisognerebbe chiederlo a lui. Non so se abbia preso in considerazione questa ipotesi, ma qualora la prendesse in considerazione sarebbe un ottimo candidato e un grande sindaco», ha detto Raffaele Speranzon, senatore veneziano di Fratelli d’Italia, intervistato da La Stampa.
Speranzon si dimostra però critico sull’ipotesi del terzo mandato di Zaia, intenzionato a ricandidarsi alla guida del Veneto. «Il terzo mandato è un tema di cui si continua a dibattere sui giornali, ma già quando arrivò in Parlamento fu bocciato da tutte le forze politiche ad eccezione della Lega. Non mi risulta che ci siano modifiche rispetto a questa linea di indirizzo».
In Veneto siamo uniti e determinati nel rivendicare la candidatura di un Presidente della Lega. Assurdo inoltre che non possa ricandidarsi l’amministratore più amato di sempre in Veneto. Mi riferisco a Luca Zaia. Le logiche spartitorie della politica non dovrebbero avere il sopravvento sulla evidente volontà degli elettori”, lo ha detto Paolo Tosato, vicepresidente leghista della Commissione Affari Costituzionali del Senato.
Zaia, ricordando di essere sempre stato contrario al limite dei mandati sin da quando era presidente della Provincia di Treviso negli anni ’90, non ha rivelato alcun possibile piano o ambizione personale per un futuro alternativo alla guida della Regione Veneto. «Sono sempre candidato a tutto, ma intanto io finisco questo mandato e solo dopo deciderò cosa fare. Una decisione che prenderò solo dopo che tutti gli altri avranno deciso che fare e anche in funzione di quello che accadrà nei prossimi mesi» ha aggiunto, lasciando intendere che il dibattito nel centrodestra per scegliere chi eventualmente guiderà il Veneto dopo di lui, non potrà fare a meno della sua voce in capitolo.