Giorgia Meloni arriva a Perugia per chiudere la campagna elettorale del centrodestra all’auditorium San Francesco del prato. Il premier ascolta in prima fila la candidata uscente, Donatella Tesei, in corsa per il bis. Meloni prende la parola per chiudere l’evento. Ultimo ad arrivare è stato il vicepremier Antonio Tajani
I leader del centrodestra stanno tenendo il comizio finale in vista del voto di domenica 17 e lunedì 18, con i cittadini chiamati a scegliere il nuovo governatore. Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, intervengono dopo il discorso della candidata dell’alleanza, Donatella Tesei, presidente uscente e ricandidata del centrodestra. L’auditorium mostra un totem con i loghi dei partiti dell’alleanza, e una gigantografia della Tesei.
A Perugia oltre al centrodestra riunito presente anche la dem Elly Schlein. “La presidente Tesei oggi ha detto che si impegna sulla sanità pubblica”, ha detto la segretaria del Pd, a margine di un evento elettorale a Perugia. “La domanda è dov’è stata in questi ultimi cinque anni, mentre l’Umbria scendeva nelle classifiche sulla qualità dell’assistenza sanitaria, mentre spendeva diciotto milioni di euro per pagare le cure che gli umbri hanno cercato fuori dalla regione perché qui non riuscivano più a curarsi quando prima tanti venivano in questa regione da fuori, per trovare delle cure adeguate. Noi continueremo a insistere per difendere la sanità pubblica dai tagli e dalla privatizzazione di questa destra. Il voto che ci sarà domenica e lunedì sarà cruciale perché gli umbri si possano riprendere in mano il proprio futuro e difendere il proprio diritto costituzionale a curarsi, ad avere un lavoro dignitoso, a studiare”. Solita solfa della Schlein sulla sanità che sorvola sulle responsabilità dell’opposizione in materia.
I dem puntano su due fattori: il voto di Perugia e l’affluenza. A sentire i dirigenti nazionali più impegnati nel voto del 17 e 18 novembre, la candidata di centrosinistra e quella di centrodestra sono appaiate, con un leggero vantaggio della governatrice uscente, Donatella Tesei. Pochi decimi, sufficienti però a preoccupare gli esponenti di spicco del centrosinistra. “Ce la giochiamo in trasferta”, dice un esponente della segreteria dem riferendosi al fatto che a governare, nella Regione e a livello nazionale, è pur sempre il centrodestra. Un esponente di spicco di Avs, conversando con i cronisti in Transatlantico, prova a sdrammatizzare: “Terni? Una bella città, cittadini simpatici, si mangia bene”. Poi si lascia andare: “La verità è che non so come potrebbe finire”.
Il riferimento a Terni non è casuale. L’ago della bilancia potrebbe essere rappresentato dal sindaco della città, Stefano Bandecchi, schieratosi con il fronte di centrodestra. A livello nazionale, dice un alto esponente Pd, non porta molto in termini di consenso. Lo si è visto in occasione della sfida in Liguria. Ma in Umbria il suo radicamento ce l’ha. Se poi questo radicamento non dovesse bastare, Bandecchi assicura: “I voti non li elemosino di certo, al massimo li compro o li prendo di prepotenza”. La frase è stata scritta sul canale social del sindaco di Terni.
“Noi abbiamo il Pd che qualche settimana fa ha chiesto alla Commissione Ue di aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per il protocollo sull’Albania. Sapete che succede se si apre una procedura d’infrazione? Devi pagare. Voglio chiedere a Elly Schlein: quand’è che smetterete di chiedere l’aiuto fuori da casa per fare quello che voi non siete in grado di fare in patria?”. Lo ha detto la premier, Giorgia Meloni, a Perugia nel corso dell’evento elettorale con gli altri leader della coalizione a sostegno di Donatella Tesei. A sostegno di Tesei arrivano i governatori della maggioranza, con il neo-eletto presidente della Liguria Marco Bucci, che spera di essere di buon auspicio per la doppietta, il governatore veneto Luca Zaia, quello delle Marche Francesco Acquaroli, dell’Abruzzo Marco Marsilio, del Friuli Venezia Giulia Massimo Fedriga, della Lombardia Attilio Fontana e del Lazio Francesco Rocca.
Da considerare che se la sinistra dovesse perdere nell’Umbria che – ultimi cinque anni a parte – è sempre stata sua, potrebbe arrivare a traballare il nome stesso della segretaria Elly Schlein, che potrebbe cadere vittima delle infinite correnti del Pd. Da parte sua, la presidente dem chiude con la candidata Stefania Proietti, il leader pentastellato Giuseppe Conte e quello di Avs Angelo Bonelli.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha chiuso a Perugia la campagna elettorale del centrodestra per le Regionali in Umbria, ribadendo il legame del suo schieramento con i cittadini. “Quando guardi i talk o leggi i giornaloni, a sinistra sembrano fortissimi, poi al mercato, fra la gente, scopri che fortissimo è il centrodestra fra i cittadini”, ha affermato, sottolineando come il consenso del popolo sia fondamentale per il governo. Meloni ha evidenziato che il suo esecutivo, nonostante le sfide internazionali, gode ancora di un sostegno superiore rispetto all’inizio del mandato. “C’è un solo limite – ha continuato -, il consenso dei cittadini: non resteremo al governo contro il parere dei cittadini, come hanno fatto altri. Fino a quel momento, nulla può farci mollare, nulla, possono provarle tutte ma nulla può farci mollare”.
Meloni ha evidenziato le misure economiche del governo, in particolare a favore delle madri lavoratrici, che, secondo le sue stime, potrebbero ricevere fino a 5.600 euro in più all’anno. “È libertà, è parità se la donna non deve scegliere fra mettere al mondo un figlio e avere una carriera che rispecchi quello che vuole fare nella vita. E questo lo stiamo costruendo noi”, ha sottolineato. Non sono mancate le critiche al Superbonus, descritto come uno “spreco di soldi” per “comprare consenso facile” da parte della sinistra, generando, a suo dire, debiti enormi per lo Stato: “Abbiamo ereditato centinaia di miliardi di euro di debiti per pagare la ristrutturazione delle seconde case col superbonus”.
Sul tema dell’immigrazione, Meloni ha ribadito l’intenzione di andare avanti con politiche rigorose contro i flussi irregolari, pur sottolineando il rispetto per le istituzioni e la magistratura. “Si parla di scontro con la magistratura. Non mi interessa nessuno scontro con la magistratura”, ha aggiunto ricordando di aver cominciato a fare politica con l’esempio dei giudici Falcone e Borsellino e dopo la loro morte. “Quella è l’idea della magistratura che ho in Italia cioè di persone che hanno sacrificato se stesse per il bene della nazione”.
La presidente del Consiglio ha ribadito con forza la necessità di poter proseguire la propria politica sull’immigrazione irregolare, definendola un mandato ricevuto direttamente dagli italiani. “Cercare di fermare i flussi di immigrazione irregolare di massa è quello che gli italiani ci hanno chiesto di fare”, ha dichiarato Meloni, precisando di non voler innescare conflitti istituzionali ma di voler lavorare nel rispetto delle regole della Repubblica. Meloni ha ribadito la necessità che il governo sia messo nelle condizioni di operare. “Quando mi prendo un impegno, lo porto a casa e mi si deve mettere nella condizione di farlo”, ha aggiunto. La leader di Fratelli d’Italia ha inoltre evidenziato la sua appartenenza politica, dichiarandosi “una persona di destra che crede nello Stato e nelle istituzioni”, invitando tutte le forze politiche a un approccio collaborativo: “Il governo sbaglia? Ha interpretato male qualcosa? Ok, diamoci una mano. Bisogna correggere, ma non impedire”.
Uno dei nodi spinosi a cui deve far fronte la premier la nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente della Commissione. La spirale di veti incrociati ha complicato ulteriormente i negoziati, minacciando la stabilità dell’intero esecutivo europeo. Meloni ha difeso la nomina di Raffaele Fitto a commissario, definendola un successo per l’Italia e criticando l’opposizione del Pse, di cui fa parte il Partito democratico. “Mi sarei aspettata un sostegno generalizzato”, ha dichiarato, accusando la sinistra di ostacolare il percorso italiano per motivi politici. Poi ha sollecitato la segretaria del PdElly Schlein a chiarire la posizione del partito su Fitto. “Non deve rispondere a me, ma ai cittadini italiani. Le persone serie fanno così”.